Di Geoffrey Smith
Investing.com - L’euro ha toccato il livello più alto degli ultimi nove mesi nei confronti del dollaro grazie ai dati economici statunitensi, che hanno alimentato le speculazioni su una svolta prudente della Federal Reserve, mentre i funzionari della Banca Centrale Europea hanno continuato a insistere sulla necessità di un significativo aumento dei tassi di interesse.
Alle 16:00 CET, la moneta unica si attesta a 1,0862 dollari, in rialzo dello 0,7% sulla giornata, dopo essere salita fino a 1,0887 dollari.
L’ultimo rialzo ha seguito i dati USA sull’indice sui prezzi alla produzione e sulle vendite al dettaglio, molto più deboli del previsto, che secondo gli analisti dimostrano che l’economia statunitense si sta raffreddando rapidamente. I rendimenti dei bond USA sono scesi bruscamente in risposta a questi dati, riducendo l’attrattiva relativa del dollaro rispetto all’euro.
Il buoni del Tesoro a 2 anni sono scesi di 9 punti base al 4,11%, il minimo da inizio ottobre. I decennali sono scesi ancora di più, di 14 punti base al 3,40%.
Mentre i rendimenti sovrani a lunga scadenza della zona euro sono scesi in linea con i Treasury, quelli a breve termine non si sono praticamente mossi, dopo i commenti del governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, e del suo omologo finlandese, Olli Rehn, che hanno sottolineato come la BCE debba ancora aumentare i tassi di interesse di riferimento per far scendere l’inflazione.
Villeroy ha spiegato a Bloomberg che, pur prevedendo un picco dell’inflazione nella prima metà di quest’anno, le indicazioni della Presidente della BCE Christine Lagarde per un rialzo di 50 punti base a febbraio sono “ancora valide”. Ha inoltre smentito una notizia di ieri secondo la quale alcuni funzionari starebbero insistendo per un rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi dopo febbraio.
“Dobbiamo mantenere la rotta”, ha detto Villeroy, sottolineando i dati recenti che mostrano come l’economia della zona euro abbia avuto un andamento migliore a cavallo dell’anno rispetto a quanto sembrava probabile qualche mese fa. Ciò è dovuto in gran parte al clima mite che ha ridotto la domanda di energia, facendo scendere a livelli più gestibili i prezzi di gas ed elettricità che avevano minacciato di paralizzare l’industria europea.
“L’attività è più resistente del previsto e dovremmo evitare la recessione quest’anno”, ha dichiarato Villeroy.
Intanto, il governatore della Banca di Finlandia Rehn ha dichiarato al quotidiano Helsingin Sanomat che “aumenti significativi dei tassi di interesse nelle riunioni di politica monetaria a breve termine sono giustificati per mantenere sotto controllo le aspettative di inflazione”, con il giornale che si è sbilanciato a definire “significativi” come da 50 punti base o più.
Dopo otto anni in cui il tasso di riferimento è stato mantenuto sotto lo zero per evitare la deflazione, l’anno scorso la BCE ha aumentato i tassi di 250 punti base. Il tasso di deposito è ora al 2,0%.
Il consiglio direttivo della BCE si riunirà il prossimo 2 febbraio.