Di Peter Nurse
Investing.com - Ecco le cinque principali notizie da seguire sui mercati finanziari questo mercoledì 29 dicembre.
1. Impennata dei casi di Omicron
La propensione al rischio potrebbe salire mentre l’anno volge al termine, ma anche i casi di Covid. Ciò significa che il trading potrebbe essere volatile, con gli investitori che si preparano al nuovo anno.
L’aggiornamento settimanale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato ieri, mostra che il numero dei nuovi contagi da Covid è salito del 57% in Europa nella settimana precedente al 26 dicembre e del 30% nella regione delle Americhe.
In testa la Francia, con il numero giornaliero più alto d’Europa, 179.807 casi ieri, ma anche Italia, Grecia, Portogallo ed Inghilterra registrano numeri record.
Sebbene ci siano limitazioni agli spostamenti in Europa, molti governi regionali sono riluttanti ad implementare di nuovo dei lockdown generalizzati, basandosi su studi che suggeriscono che la variante Omicron del Covid-19 sia meno pericolosa della precedente variante Delta.
2. Titoli azionari in salita; riflettori su Omicron
I titoli azionari dovrebbero aprire in lieve rialzo questo mercoledì, proseguendo il recente rally nell’ottimismo che la variante Omicron non sarà tanto dannosa economicamente quanto si temeva.
Alle 5:25 ET (10:25 GMT), i future Dow Jones salgono di 45 punti, o dello 0,1%, i future S&P 500 vanno su di 10 punti, o dello 0,2% ed i future Nasdaq 100 sono in salita di 60 punti, o dello 0,4%.
L’indice blue chip Dow Jones Industrial Average ha chiuso quasi 100 punti in più in salita ieri, nel suo quinto giorno consecutivo al rialzo, mentre l’S&P 500 ed il Nasdaq Composite sono marginalmente scesi.
Il numero di casi di Covid sale negli Stati Uniti, con più di 4,1 milioni di casi questo mese, in base ai dati della Johns Hopkins University, ben al di sopra dei 2,54 milioni di novembre.
Tra le notizie sulle aziende, Apple (NASDAQ:AAPL) ha sospeso le operazioni della linea di produzione di iPhone a Foxconn, Sriperumbudur, India, per le precarie condizioni lavorative, mentre JD.com (NASDAQ:JD).com ha aumentato il piano di riacquisto di azioni da 2 a 3 miliardi di dollari.
3. Bitcoin ancora troppo centralizzato
Le recenti vendite di Bitcoin continuano questo mercoledì: la più importante e più famosa criptovaluta al mondo crolla di oltre il 3% a 47.668 dollari. Questo dopo il tonfo di oltre il 6% di ieri, il che significa che la moneta digitale ha perso il 31% dal massimo dell’anno di 69.000 dollari del 10 novembre.
Il mercato delle criptovalute è stato al centro dell’attenzione degli investitori quest’anno, con il Bitcoin che ha raggiunto il migliaio di miliardi di dollari di valore di mercato per la prima volta a febbraio.
In base ad un nuovo studio, dopo oltre 12 anni di esistenza, i possedimenti di Bitcoin sono ancora concentrati nelle mani di poche persone. Secondo lo studio del National Bureau of Economic Research, infatti, il primo 1% dei proprietari di Bitcoin possiede il 27% dei 19 milioni di Bitcoin attualmente in circolazione.
4. Si allenta la pressione alla vendita di Tesla (NASDAQ:TSLA)
Gli investitori di Tesla, il produttore americano di auto elettriche, saranno felici di sapere che l’amministratore delegato Elon Musk ha esercitato tutte le sue opzioni in scadenza il prossimo anno, segnalando potenzialmente una fine della vendita delle azioni da parte sua.
Il titolo di Tesla ha perso un quarto del valore quando Musk a novembre aveva chiesto ai suoi follower su Twitter (NYSE:TWTR) se dovesse o meno vendere il 10% dei suoi possedimenti.
5. Greggio aiutato dal calo delle scorte USA
I prezzi del greggio si stabilizzano questo mercoledì, dopo il rally della seduta precedente, con i dati di settore che indicano un forte calo delle scorte statunitensi, suggerendo una continua domanda da parte del principale consumatore al mondo.
Alle 5:25 ET, i future del greggio USA scendono dello 0,1% a 75,92 dollari al barile, mentre i future del Brent salgono dello 0,1% a 78,78 dollari al barile. Entrambi i contratti sono scambiati vicino ai massimi di un mese.
I dati dell’American Petroleum Institute, pubblicati ieri sera, hanno rivelato che le scorte USA sono scese di 3,1 milioni di barili nella settimana terminata il 24 dicembre.
I dati ufficiali della U.S. Energy Information Administration sono attesi nel corso della giornata e, se il calo sarà confermato, si tratterebbe del quinto consecutivo, la serie più lunga da settembre.
La ripresa globale dalla pandemia di Covid, nonostante l’aumento della variante Omicron, insieme all’approccio cauto dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio nel ripristinare le forniture, sta spingendo il greggio verso l’aumento annuo maggiore in oltre un decennio.
L’OPEC ed i suoi alleati, compresa la Russia, gruppo noto come OPEC+, si incontreranno la prossima settimana per valutare la politica di produzione per l’inizio del 2022.