Di Geoffrey Smith
Investing.com - Arrivano nuovi commenti meno aggressivi da parte di alcuni membri della Fed, ma il mercato resta convinto di una stretta più rigida. Intanto, accelera l'attività manifatturiera nell'area euro in attesa dei dati che arriveranno dagli Stati Uniti. A Wall Street, Alphabet (NASDAQ:GOOGL) ed Exxon Mobil (NYSE:XOM) aggiorneranno il mercato sui conti, mentre la revisione del colosso svizzero UBS (SIX:UBSG) han dato una spinta all'azionario europeo. Ecco le notizie principali sui mercati finanziari di questo martedì:
1. Commenti Fed
Due importanti membri della Federal Reserve hanno respinto l'idea di aumenti dei tassi di interesse oltre le previsioni annunciate al mercato per il 2022, nononstante i futures prezzino sei rialzi fino a dicembre.
La presidente della Fed di Kansas City Esther George, un noto "falco" dell'inflazione che quest'anno detiene il diritto di voto nel Federal Open Market Committee, ha affermato che sarebbe meglio ridurre il bilancio più rapidamente, spingendo così al rialzo i tassi a lungo termine e mantenendo così "sana" la curva dei rendimenti.
La controparte di San Francisco Mary Daly, membro non votante come Bostic di Atlanta, è stata più accomodante, a un evento Reuters che la stretta monetaria dovrebbe essere "graduale e non dirompente".
2. Tesla (NASDAQ:TSLA) richiama oltre 50.000 auto
Dopo il +11% della viglia grazie alla promozione di Credit Suisse (NYSE:CS), Tesla richiamerà 53.000 auto a causa dei rischi sulla guida autonoma. Newswires ha riferito che, seconda la National Highways Traffic Safety Administration, il software "Full Self-Driving" della società di Palo Alto potrebbe consentire ai veicoli attraversare gli incroci senza fermarsi.
Alla fine del 2021, il car maker ha dovuto richiamare quasi mezzo milione di veicoli Model 3 e Model per problemi legati alle telecamere che hanno provocati diversi incidenti. Tesla ha detto che all'epoca non era a conoscenza di alcun incidente causato dai rischi segnalati dall'NHTSA.
3. Attività Eurozona
Nel mese di gennaio, l'attività manifatturiera nella zona euro è aumentata grazie all'allentamento dei colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento, nonostante le forti pressioni inflazionistiche affrontate dalle imprese, secondo Ihs Markit. L'indice ha toccato il massimo degli ultimi cinque mesi a 58,7 punti a gennaio dai 58,0 di dicembre, al di sotto della stima "flash" iniziale di 59,0.
In Italia, il Pmi del settore si è attestato a quota 58,3 nel mese osservato dal 62 di dicembre e dopo il 62,8 record registrato a novembre, segnando il ritmo di espansione più lento da quasi un anno.
Nel pomeriggio, arriveranno le letture ISM e IHS dell'attività manifatturiera degli Stati Uniti, insieme ai dati sui nuovi lavori Jolts.
4. Borse
Con le equity globali che hanno chiuso il peggio gennaio dal 2016, l'inizio di febbraio appare più promettente. In Europa, con UBS Group (SIX:UBSG) che ha approvato la nuova strategic review riportando un calo dello ultimi sotto le attese, il Mib torna sopra i 27 mila punti (+1,4%), il Dax è in rialzo dell'1,2%, il Cac segna il +1,3%, mentre l'Euro Stoxx avanza dell'1,2%.
In Usa, future contrastati ma poco mossi, con Nasdaq indicato a +17 punti, Dow Jones a -30 punti e S&P 500 a -5 punti, con titolo a 10 anni sotto l'1,5% di rendimento.
Tra i titoli, attenzione a Sony (NYSE:SONY) dopo l'acquisizione da 3,6 miliardi di dollari di Bungie. Electronic Arts (NASDAQ:EA) (NASDAQ:EA), possibile obiettivo di acquisizione nell'ambiente attuale, aggiornerà il mercato sui conti trimestrali insieme ad Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Advanced Micro Devices (NASDAQ:AMD), PayPal (NASDAQ:NASDAQ:PYPL), ed Exxon Mobil (NYSE:XOM).
5. Greggio in leggero calo
Il petrolio resta vicino ai massimi di sette anni toccati la scorsa settimana, con alcune fonti vicine all'OPEC che hanno riferito che il cartello che vede il mercato globale in surplus di oltre 1 milione di barili al giorno.
Al momento, il Brent cala dello 0,5% a 88,83 dollari a barile, mentre il greggio Usa perde lo 0,5% a $87,69 dollari. Venerdì scorso entrambi i contratti hanno toccato i massimi da ottobre 2014, con 91,70 e 88,84 dollari a barile rispettivamente. A gennaio hanno guadagnato circa il 17% alla luce di un'offerta scarsa e delle tensioni tra Russia e Ucraina e nel Medio Oriente.