Di Geoffrey Smith
Investing.com - Dopo un gennaio all'insegna della volatilità, le equity globali sono dirette verso il peggior gennaio dal 2016, mentre la Fed pensa ad una aumento dei 50 punti base per soffocare l'aumento dei prezzi e non intaccare la ripresa del Pil. Intanto, in Italia prosegue la coppia vincente Draghi-Mattarella, mentre non si calmano le tensioni in Est Europa. Ecco le principali notizie sui mercati finanziari di questo lunedì:
1. Il peggior gennaio dal 2016
Seduta contrastata per gli indici europei, con i future Usa che indicano un avvio in rosso a Wall Street. Tuttavia, le equity globali sono indirizzate verso il peggior gennaio dal 2016, appesantite dalle prospettive di un aumento dei tassi e dal drenaggio di liquidità in arrivo dalla Fed (MSCI World -6% nel mese).
In Europa, il Dax è in rialzo dello 0,3%, il Cac perde lo 0,3%, mentre FTSE MIB segna il +0,5% nonostante il crollo della petrolifera Saipem (MI:SPMI). In Usa, Future Nasdaq 100 sono di poco sotto la parità, i Future Dow Jones sono in calo di 220 punti, mentre Future S&P 500 segnano -18 punti.
Sul mercato obbligazionario, i rendimenti dei Treasury a due anni si sono stabilizzati intorno all'1,20% dopo essere saliti di quasi mezzo punto percentuale da inizio anno, mentre il decennale è arretrato all'1,79% dal massimo dell'1,87% della scorsa settimana, suggerendo che il mercato ha riacquistato una certa fiducia nel fatto che la Fed terrà sotto controllo l'inflazione nel medio termine.
2. Aumentano le tensioni in Ucraina
Il fine settimana non ha portato consiglio. Secondo quanto riferito, il Senato degli Stati Uniti è vicino alla preparazione di sanzioni che limiterebbero ulteriormente l'accesso delle banche russe ai mercati internazionali e limiterebbero la capacità di prestito della Russia di prendere in prestito in dollari.
Tuttavia, l'esclusione delle banche del paese dal rete di transazioni finanziarie SWIFT - che limiterebbero ma non metterebbero fine all'accesso delle banche russe ai mercati internazionali dei capitali - non state più avanzate per via delle possibili ripercussioni sui mercati dell'energia.
Il Regno Unito, che ha consentito la libera circolazione del denaro russo nel suo sistema finanziario nonostante la promessa di repressione dopo l'invasione della Crimea nel 2014, ha affermato che si sta preparando ad un rafforzamento della regolamentazione sulle transazioni.
3. "Carry on", Mario
L'effetto Mattarella bis si è già fatto sentire sui Btp con decennale in calo verso l'1,3%, e spread sul Bund ai minimi un tre settimane. Il mantenimento dello status quo, con Draghi premier, è stata la soluzione augurata dai mercati sin dallo scorso anno, preoccupati dell'instabilità politica e dello stop al percorso di riforme intrapreso dal governo ad ampia maggioranza.
L'attuale governo, visto l'ampio consenso raccolto da Mattarella nella rielezione, potrebbe rimanere in carica fino alle elezioni del 2023 permettendo all'Italia di uscire dalla crisi pandemica e continuare con l'attuazione del piano PNRR.
Motivo, questo, che ha spinto Bank of America (NYSE:BAC) ad assegnare il Buy agli asset finanziare del Paese con presenza per il settore bancario, ed in particolare Intesa Sanpaolo SpA (MI:ISP) e UniCredit (MI:CRDI)
4. Eurozona rallenta
L'espansione economica nella zona euro è rallentata negli ultimi tre mesi del 2021, in linea con le aspettative, ma ha comunque registrato una forte crescita annuale, con le buone performance di Francia e Italia che hanno contrastato un trimestre molto più debole in Germania.
Il Pil è salito dello 0,3% su base trimestrale, con un rialzo tendenziale del 4,6%, mentre nel 2021 il tasso di crescita è stato pari al 5,2%.
Al contrario della contrazione della Germania, l'economia francese è cresciuta dello 0,7% nel quarto trimestre e del 5,4% tendenziale, mentre l'Italia ha visto un'espansione dello 0,6% su trimestre e del 6,4% su anno (il più alto in oltre 40 anni).
5. Fed accelera la stretta
In un'intervista rilasciata al Financial Times, il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic ha affermato che la stretta monetaria della banca centrale potrebbe tradursi in un aumento di 50 punti base dei tassi d'interesse nella prossima riunione del 15/16 marzo.
"Ogni opzione è sul tavolo per ogni riunione", ha detto il membro non votante del Fomc. "Se i dati macro dicono che le cose si sono evolute in modo tale che una mossa di 50 punti base sia necessaria o appropriata, allora mi adopererò in tal senso", ha aggiunto.
Guardando i future sui fefd funds, l'opzione continua a prendere piede. Secondo i contratti di Cme, il rischio di +50 bps è prezzato a al 20% rispetto al 3% di inizio gennaio mentre a fine 2022 l'intervallo sui fondi federali è prezzato all'1,25%-1,5% con il 34% di probabilità.