Per Schroders (LON:SDR), un mancato accordo commerciale penalizzerebbe più Londra rispetto all’Ue, ma gli effetti negativi dei dazi potrebbero minare la domanda e fare salire i prezzi
Nelle ultime settimane gli effetti economici del Covid hanno fatto passare in secondo piano la Brexit che ora torna al centro dell’attenzione. Il governo britannico non sembra intenzionato a chiedere più tempo per completare le negoziazioni commerciali prima che il periodo di transizione giunga al termine. Entro la fine di giugno 2020, il Regno Unito avrebbe potuto chiedere un’estensione di ulteriori due anni. Se la volontà di Londra è quella di chiudere una volta per tutte la questione Brexit, l’ipotesi che lo si faccia senza un accordo commerciale diventa sempre più concreta.
A CHE PUNTO SONO I NEGOZIATI?
Lo scorso 15 giugno, il premier britannico Boris Johnson, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e quello del Consiglio europeo, Charles Michel, hanno deciso di “imprimere un n uovo slancio” ai negoziati commerciali, facendo slittare la scadenza del termine e fine luglio. “L’Ue sta insistendo per ottenere l’accesso alle zone di pesca britanniche, mentre Londra non vuole accettare, rifiutandosi anche di accettare qualsiasi futuro cambiamento nelle regole e negli standard”, spiega Azad Zangana, Senior European Economist and Stratgist, Schroders...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge