di Senad Karaahmetovic
Il cambio EUR/USD è in modesto ribasso questo lunedì dopo una candela di inversione chiave di venerdì a seguito del report sull’occupazione molto più forte del previsto negli Stati Uniti.
Non solo la coppia EUR/USD non è riuscita a chiudere vicino ai massimi settimanali, ma il fallimento di una chiusura verde si è verificato mentre la coppia stava testando una resistenza chiave a breve termine. La linea di trend ascendente pluriennale che collega i minimi del 2016 e del 2020 è stata finalmente violata la scorsa settimana, dopo che la coppia EUR/USD era rimasta al di sotto di essa per gli ultimi 10 mesi.
Per la prima volta dallo scorso aprile, i tori sono riusciti a testare questo livello di resistenza chiave con diversi tentativi falliti nelle ultime settimane. Mentre la coppia EUR/USD è riuscita a chiudere al di sopra della linea di trend mercoledì, il pullback di giovedì e venerdì ha fatto sì che chiudesse al di sotto della linea di trend su base settimanale, creando un breakout fallito al livello chiave, che di solito è un indicatore tecnico molto forte di un cambio di direzione dell’azione di prezzo.
Il cambio EUR/USD sta ora testando il vicino supporto a 1,0780 ed è probabile che corregga almeno fino ritracciamento di Fibonacci del 23,6% della mossa al rialzo di settembre 2022 - febbraio 2023, che ha visto la coppia guadagnare oltre il 15%. Il supporto di Fibonacci del 23,6% si trova a 1,0675 mentre il più importante 38,2% si trova a 1,0456.
Al rialzo, la zona intorno a 1,09 continuerà a fungere da resistenza principale. Una rottura al di sopra di questo blocco di resistenza aprirebbe la strada a livelli molto più alti per il cambio EUR/USD, tra cui la media mobile settimanale su 100 a 1,1059.
Cosa dicono gli analisti?
Bloomberg: “La cosa più interessante è accaduta dopo la reazione impulsiva al report NFP. Gli analisti l’hanno definita una ripetizione del risultato a sorpresa dell’anno scorso, dovuto a fattori di stagionalità, mentre alcuni desk hanno semplicemente bollato il dato come anomalo e così via. Tuttavia, il dollaro non ha mai ceduto nemmeno la metà dei suoi guadagni mentre il mercato cercava di dare un senso ai dati sull’occupazione. Se il mercato avesse pensato che si trattasse di un evento isolato, il dollaro avrebbe dovuto cancellare i suoi guadagni, come l’abbiamo visto fare in precedenza quest’anno. Questa volta le cose sono sembrate diverse e i dati sui servizi dell’ISM sembravano confermare che era in corso un cambiamento di rotta”.
BofA: “I bruschi movimenti al rialzo del dollaro di giovedì e venerdì hanno lasciato che ognuna delle posizioni short su USD del nostro modello CTA fosse a rischio di copertura. In ordine, le coppie più vicine ai loro trigger point sono MXN, EUR, AUD, GBP, e infine JPY”.
ING: “Pensiamo che il DXY possa consolidarsi intorno alla soglia di 103,00 fino alla pubblicazione dei nuovi dati negli Stati Uniti la prossima settimana, che potrebbero riaccendere la rivalutazione della crescita statunitense e le aspettative sui tassi della Fed”.