Di Ambar Warrick
Investing.com - I titoli asiatici sono scesi bruscamente lunedì, con i produttori di chip cinesi in testa ai ribassi a causa delle nuove restrizioni commerciali degli Stati Uniti, mentre il sentimento più ampio è stato intaccato dai timori di misure più aggressive da parte della Federal Reserve.
L’indice blue-chip Shanghai Shenzhen CSI 300 è sceso dello 0,9%, mentre l’indice Shanghai Composite ha ceduto lo 0,4%. I titoli del settore dei chip, tra cui Anji Microelectronics Tech Co Ltd (SS:688019) e Chengdu Xuguang Electronics Co Ltd (SS:600353), sono crollati fino al 20% dopo che la Casa Bianca ha presentato delle nuove misure di controllo sulle esportazioni.
Anche i titoli di Hong Kong sono stati scossi dalla mossa, con l’indice Hang Seng che ha perso quasi il 3%. I pesi massimi del settore tecnologico Alibaba Group Holding Ltd (HK:9988), Baidu (NASDAQ:BIDU) Inc (HK:9888) e Tencent Holdings Ltd (HK:0700) sono scesi tra il 2% e il 4%.
La mossa degli Stati Uniti minaccia di peggiorare i legami commerciali tra le due maggiori economie del mondo e potrebbe avere implicazioni economiche più profonde in caso di ritorsioni da parte della Cina.
Il sentimento nei confronti della Cina è stato inoltre peggiorato dai dati del fine settimana, che hanno mostrato un’inattesa contrazione del settore dei servizi del paese a settembre, a causa delle continue interruzioni legate al COVID. Una recente ripresa dei contagi ha inoltre sollevato il timore di ulteriori lockdown.
Questa settimana l’attenzione è rivolta anche al 20° Congresso del Partito Comunista Cinese, che dovrebbe delineare le politiche governative per i prossimi cinque anni.
I mercati azionari asiatici più ampi hanno subito un forte calo lunedì, anche se i volumi di scambio sono stati ridotti a causa delle festività in Giappone e Corea del Sud.
L’indice australiano S&P/ASX 200 è sceso dell’1,4%, con il settore delle estrazioni minerarie che ha subito forti perdite sulla prospettiva di un indebolimento della domanda in Cina.
I titoli regionali hanno subito la debolezza di Wall Street, che è crollata venerdì dopo che dati sull’occupazione negli Stati Uniti più forti del previsto hanno dato pochi motivi alla Federal Reserve per ammorbidire la sua strategia aggressiva.
Questa settimana l’attenzione è rivolta anche ai dati sull’IPC USA per il mese di settembre, previsto per giovedì. La lettura, che dovrebbe mostrare che l’inflazione è rimasta alta il mese scorso, sarà anche un fattore che influenzerà la posizione della Fed sui tassi di interesse.
I mercati danno all’80% la possibilità che la banca centrale possa alzare i tassi di interesse di 75 punti base a novembre. L’aumento dei tassi d’interesse statunitensi è stato il più grande vento contrario per i mercati asiatici quest’anno e probabilmente continuerà a pesare nel breve termine.