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Tassi: è il giorno della Fed, cosa aspettarsi dalla riunione secondo gli analisti

Pubblicato 20.03.2024, 09:19
© Reuters

Investing.com – Questa sera conosceremo la decisione di politica monetaria della Federal Reserve. Non sembrano esserci dubbi sul fatto che i tassi rimarranno fermi tra il 5,25 e il 5,50%. In base al nostro monitor dei tassi Fed i mercati ormai sono convinti al 100% che la banca centrale americana resterà ancora ferma.

Monitor tassi Fed

Tuttavia, grande importanza avranno anche le parole utilizzate dal presidente Jerome Powell. Per capire cosa è lecito aspettarsi, Investing.com ha raccolto i commenti degli analisti in vista della riunione del 20 marzo.

Blerina Uruci, chief US economist di T. Rowe Price

Prevedo che la Fed inizierà a tagliare i tassi a giugno per un totale di quattro tagli. Un risultato più “hawkish” potrebbe prevedere il posticipo del primo taglio da parte della Fed a luglio, con l'economia e l'inflazione che rimarranno sufficientemente solide da impedire di effettuare tagli regolari e complessivamente meno del previsto, per un totale di due tagli quest’anno.

Erik Weisman, chief economist and portfolio manager di MFS IM

Il mercato, come sempre, è una creatura avida. Ha un appetito insaziabile di informazioni utili a migliorare la visibilità sul futuro. Il mercato vorrà che la Fed fornisca un buon numero di nuove informazioni durante la riunione di questa settimana. Ma, come dicono i Rolling Stones, non sempre si ottiene ciò che si vuole. In particolare, poiché i dati sull'inflazione sono apparsi ultimamente meno positivi, il mercato vuole sapere quando la Fed inizierà il suo ciclo di tagli, a che ritmo li effettuerà e qual è il target di approdo del tasso di riferimento una volta completato l'allentamento monetario. Il mercato vorrebbe anche sapere quando la Fed inizierà a rallentare la sua azione di inasprimento qualitativo, il ritmo del tapering e le dimensioni previste del bilancio della Fed quando il quantitative tightening sarà completamente terminato. E come se non bastasse, il mercato vorrebbe anche sapere dal Presidente Powell, durante la sua conferenza stampa, se gli ultimi due mesi di dati crescenti sull'inflazione al consumo rischiano di compromettere la narrativa generale di un graduale indebolimento delle pressioni inflazionistiche. Bene, mercato, preparati a rimanere deluso.

Potremmo ricevere qualche informazione su alcuni aspetti, ma non più di tanto. Probabilmente la Fed non ci dirà se il taglio di giugno è il punto di partenza, ma continuerà ad esprimere fiducia sul fatto che sono previsti più tagli per quest'anno. Tuttavia, non avremo molte nuove informazioni sul ritmo dei tagli a lungo termine e sull'eventuale zona di atterraggio del tasso dei Fed funds. Allo stesso modo, per quanto riguarda il bilancio, la Fed fornirà probabilmente alcune riflessioni iniziali sul ridimensionamento del quantitative tightening, ma non molto altro. Sul fronte dell'inflazione, Powell affermerà che il percorso di riduzione dell'inflazione è sempre stato accidentato e che due mesi deludenti non hanno per il momento cambiato il suo orientamento.

Ma molto dipenderà dal prossimo dato sull'IPC del 10 aprile. Un altro dato elevato metterebbe probabilmente in discussione i tagli della Fed per quest'anno, mentre un dato più basso probabilmente rimetterà in gioco un taglio a giugno. Restate sintonizzati

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James McCann, deputy chief economist di abrdn

La Fed teme che l'ultimo tratto della sua lotta all'inflazione possa rivelarsi in salita e i dati dell'IPC di quest'anno non fanno che aumentare tali timori.

In questo contesto, la banca centrale invierà un messaggio cauto ai mercati, riconoscendo i progressi compiuti nella riduzione dell'inflazione, ma avvertendo che è necessario un ulteriore rallentamento per giustificare una riduzione dei tassi di interesse.

La buona notizia è che l’inflazione dovrebbe attenuarsi nel corso della prima metà dell'anno, preparando un primo taglio dei tassi da parte della Fed a giugno. Prevediamo, infatti, che il FOMC continui a prospettare tre tagli quest'anno nelle previsioni aggiornate sui tassi d'interesse di questa settimana, in linea con queste tempistiche. Tuttavia, il presidente Powell chiarirà che ulteriori delusioni sul fronte dell'inflazione comporterebbero la necessità di mantenere i tassi “higher for longer".

Gilles Moëc, AXA group chief economist and head of AXA IM Research

Il mercato è passato dalle aspettative esuberanti di tagli massicci da parte della Fed a prezzare appena tre tagli nel 2024. Il clima attuale è che esiste il netto rischio che la banca centrale statunitense non sia in grado di effettuare alcun taglio quest'anno, a causa della finestra di allentamento che si sta chiudendo ben prima delle elezioni presidenziali. Concordiamo sul fatto che alcuni dettagli chiave degli ultimi dati dell’indice dei prezzi al consumo siano preoccupanti, ma riteniamo anche che ci siano abbastanza segnali in altri campi affinché Jay Powell orientarsi verso una graduale rimozione di parte dell'attuale orientamento restrittivo. I dati rivisti di gennaio e i dati di febbraio sui salari sono stati rassicuranti, ad un ritmo in linea con un ritorno al 2% di inflazione, data la solida performance di produttività degli Stati Uniti. Segnaliamo anche un recentissimo documento della Brookings Institution secondo cui l'immigrazione netta negli Stati Uniti, molto più alta del previsto, potrebbe spiegare il motivo per cui l'economia statunitense continua a creare molti posti di lavoro senza innescare ulteriori tensioni sui salari.

Per quanto riguarda i vincoli politici, riteniamo che per la Fed sarebbe rischioso in termini reputazionali lasciarsi influenzare dalle elezioni imminenti, scegliendo l'inazione, qualora i dati giustifichino un allentamento monetario, e non c’è un modello storico evidente che dimostri un’influenza significativa del contesto pre-elettorale sulle decisioni della Fed.

Franck Dixmier, global cio fixed income di Allianz (ETR:ALVG) Global Investors

Le aspettative di taglio dei tassi da parte delle banche centrali sono state riviste nettamente al ribasso dall'inizio dell'anno e continuano ad alimentare la volatilità sui mercati dei tassi. Ma è improbabile che la prossima riunione della Federal Reserve statunitense fornisca agli investitori nuove informazioni sostanziali.

Gli ultimi dati pubblicati negli Stati Uniti hanno confermato che il contesto non è favorevole a un taglio dei tassi nella prossima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC). Certo, l'attività economica sta rallentando. Ma continua a mostrare una certa resistenza, in particolare nella creazione di posti di lavoro. E l'inflazione continua a opporre resistenza, rimanendo a livelli elevati, ben lontani dall'obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale. L'inflazione totale a febbraio ha sorpreso aumentando nuovamente al 3,2% su un anno, rispetto al +3,1% di gennaio, mentre l'inflazione sottostante è rimasta stabile mese su mese a +0,4% (come a gennaio, ma contro il +0,3% previsto) e in leggero calo su un anno a +3,8% (contro il +3,9% di gennaio e il +3,7% previsto). I dati sui prezzi alla produzione, superiori alle attese, hanno rafforzato la percezione di una traiettoria di disinflazione che fatica a convergere verso l'obiettivo del 2%.

Come sottolineato nella conferenza stampa del FOMC di gennaio, la Fed dovrà vedere un paio di buoni dati sull'inflazione per convincersi della necessità di tagliare i tassi. Quindi non siamo ancora a quel punto.

In questo contesto, la Fed deve mantenere una politica monetaria restrittiva nel breve periodo. Tuttavia, i recenti commenti del presidente della Fed aprono la porta a un allentamento della politica.

L'8 marzo, davanti alla commissione bancaria del Senato degli Stati Uniti, Jerome Powell ha dichiarato che la Fed si sta avvicinando al livello di fiducia necessario per garantire che i prezzi si muovano in modo sostenibile al 2% per iniziare a tagliare i tassi. Ha aggiunto che un taglio dei tassi sarebbe appropriato nel corso del 2024 ("a un certo punto di quest'anno").

Pertanto, i dati sull'inflazione delle prossime settimane saranno decisivi per convalidare le aspettative del mercato, che tendono a rinviare un primo taglio dei tassi alla riunione di luglio.

Riteniamo che il rallentamento dell'economia, già evidente nel deterioramento della domanda (come si evince dagli ultimi dati sulle vendite al dettaglio, più deboli del previsto), sarà un fattore decisivo per l'andamento dei prezzi nei prossimi mesi e dovrebbe consentire alla Fed di tagliare i tassi nella riunione di giugno.

Saverio Berlinzani, senior analyst di ActivTrades

Wall Street rimane vicino ai massimi, con investitori e analisti che rimangono cauti in vista della decisione di politica monetaria della Fed prevista per stasera. I servizi tecnologici e di comunicazione hanno registrato le performance peggiori, mentre energia e servizi di pubblica utilità hanno sovraperformato. Le azioni di Nvidia sono scese di circa l'1,4% dopo che gli ultimi annunci alla conferenza della società non sono riusciti a impressionare gli investitori. In ribasso anche Meta (-2,4%) e Tesla (NASDAQ:TSLA) (-1,3%) mentre Apple (NASDAQ:AAPL) e Alphabet (NASDAQ:GOOGL) sono rimaste poco scambiate.

Se sull’azionario poco si è mosso, va ricordato che sui cambi, ugualmente, la volatilità resta tendenzialmente assai ridotta, con il Dollar Index che si assesta vicino ai massimi, mentre gli operatori del settore scommettono su un rinvio del taglio del costo del denaro. Importante, nella valutazione di quel che dirà la banca centrale Usa, sarà il dot plot, ovvero quello schema in cui si evidenziano le previsioni dei banchieri centrali Usa relativamente non solo ai tassi di interesse, ma alla maggior parte dei più significative aggregate macro. In tal senso, crediamo che dopo stasera, il mercato si potrà orientare meglio.

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