MILANO (Reuters) - I comuni di Milano e Brescia hanno ulteriormente limato la quota detenuta in A2A, come previsto dalla delibera approvata dalle due amministrazioni lo scorso dicembre, che autorizza le tesorerie a vendere gradualmente azioni della superutility lombarda fino al 4,5% del capitale.
Lo riferisce a Reuters una fonte vicina alle due amministrazioni comunali. No comment da Palazzo Marino, mentre non è stato possibile avere un commento dal comune di Brescia.
A inizio dicembre scorso Milano e Brescia hanno ceduto lo 0,5% del capitale della utility. E' probabile che anche oggi sia stata venduta una quota simile, aggiunge la fonte.
A2A ha chiuso la seduta odierna in ribasso del 3,5% a 0,82 euro con volumi pari a oltre 39 milioni di pezzi, più di tre volte la media a 30 giorni (1,2% del capitale ordinario). A partire dal primo pomeriggio si è registrato sul titolo un'improvvisa impennata dei volumi con conseguente ribasso del titolo.
Nelle sale operative si è subito pensato a collocamento in atto alla luce anche del fatto che, non più tardi di due giorni fa, il sindaco bresciano, Emilio Delbono ha detto che i due comuni hanno esteso la delibera per la vendita del 4,5% di A2A da realizzare nei prossimi mesi. Nessun commento sull'ipotesi che la quota possa essere venduta in blocco a un unico azionista.
"E' difficile commentare l'andamento di A2A quest'anno, essendoci un 4,5% da collocare. Credo che scenda perché i due comuni hanno iniziato a vendere le quote", dice un analista di una banca d'affari straniera.
L'obiettivo dei due due soci è di scendere fino al 50% più due azioni nel capitale della superutility lombarda a seguito della cessione del 4,5%.
(Giancarlo Navach)
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