ROMA (Reuters) - È iniziato con due ore e mezzo di ritardo, al ministero dello Sviluppo economico, un tavolo convocato dal governo sul piano industriale per la siderurgica Ast di Terni, da tempo in crisi.
Lo riferisce il segretario della Uilm Mario Ghini in un comunicato. Il confronto tra la ThyssenKrupp (DE:TKAG), proprietaria dell'impianto, e i sindacati nel tardo pomeriggio è stato allargato al governo. Il confronto è stato poi aggiornato a domani alle 15, quando riprenderà.
"Da come si mettono le cose crediamo che gli spazi necessari per giungere ad una soluzione della vertenza Ast di Terni si vadano sempre più restringendo e non in senso positivo", ha commentato prima della proposta del governo il sindacalista della Uilm che, insieme con i rappresentanti delle altre delegazioni sindacali, si è riunito nel Parlamentino del Dicastero dello sviluppo economico con la controparte, poi anche con l'esecutivo.
Il gruppo tedesco ha presentato un piano di ristrutturazione per Terni che prevede un taglio dei costi pari a 100 milioni di euro all'anno anche attraverso tagli al personale.
Attualmente il sito siderurgico conta 550 addetti. A inizio settembre le parti hanno firmato un accordo per il ritiro della procedura di mobilità dei lavoratori.
I sindacati contestano il piano: "Tra noi e L'azienda si registrano tuttora forti differenze. Negoziato difficile", aveva detto Ghini.
Per Attilio Romanelli, segretario della Cgil di Terni, ha aggiunto: "Noi abbiamo contestato il piano dell'azienda perché abbiamo detto che non era un piano industriale ma era un piano finanziario (): c'è solo un piano di contenimento della spesa, non c'è un piano prospettico che consenta di guardare lo stabilimento, anche nella crisi, proiettato nel futuro perché si riducono gli organici, si riducono le attività produttive, si riducono i volumi, si riducono gli spazi commerciali".
A fine settembre il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha detto che il piano è finalizzato a rilanciare l'azienda e che il governo si impegna a intervenire per ridurre i costi energetici.
L'Italia è il secondo produttore di acciaio in Europa dopo la Germania.
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