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Banca Mps: azioni giù dopo l’operazione del Mef, perché lo Stato ha ceduto il 25%

Pubblicato 21.11.2023, 10:37
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Investing.com – Mps apre in netto calo sul FTSE MIB oggi all’indomani dell’operazione lampo che ha permesso al Tesoro di cedere il 25% delle azioni dell’istituto. In mattinata, sulla Borsa di Milano il titolo scambia sotto quota 2,9, cedendo oltre il 7% rispetto ai 3,072 euro per azione della vigilia.

In base ai dati consultabili su InvestingPro, Banca Monte dei Paschi di Siena SpA (BIT:BMPS) ha guadagnato oltre il 10% negli ultimi tre mesi a Piazza Affari, con una capitalizzazione di mercato che si aggira intorno ai 3,7 miliardi di euro.

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Perché lo Stato ha ceduto il 25% delle azioni di BMPS

Tra il pomeriggio e la sera di ieri il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha perfezionato la cessione lampo di quasi 315 milioni di azioni ordinarie di Banca Monte dei Paschi di Siena SpA, pari al 25% del capitale sociale.

La vendita ha permesso al Mef di mettere a segno alcuni obiettivi. Per prima cosa il Tesoro ha ceduto ogni azione a un valore di 2,92 euro che moltiplicato per le quote passate di mano ha garantito un incasso di 920 milioni. Una cifra che colma almeno una parte di quei 3 miliardi che il governo si aspettava di recuperare dalla tassa sugli extraprofitti delle banche.

Inoltre, si tratta del 50% in più rispetto a quanto versato dallo Stato nell’aumento di capitale di un anno fa. Un ottimo affare non fosse che dal 2017 l’istituto senese ha drenato circa 7 miliardi ai vari esecutivi che si sono avvicendati alla guida del Paese.

Sicuramente, la cessione del 25% delle quote fa contente sia Bankitalia che Bruxelles, che da tempo premono per la privatizzazione del Monte e hanno già fissato sul calendario la dead line al 2024.

In attesa che inizi il risiko bancario

Infine, l’uscita del Mef avviene nell’anno d’oro delle banche e in particolare in quello del rilancio per l'istituto guidato da Luigi Lovaglio, che è passato dalla perdita di 334,4 milioni dei primi nove mesi del 2022 ai 928,6 milioni di profitti dello stesso periodo di quest’anno.

La mossa del Mef, visto lo stato di salute di cui gode in generale tutto il settore, può dare il via a un risiko bancario atteso da tempo, che permetterebbe al governo di cedere il restante 39% delle azioni senesi ancora in suo possesso, chiudendo definitivamente i conti con Mps. Perché ciò avvenga, però, devono entrare in partita i maggiori gruppi italiani, con UniCredit SpA (BIT:CRDI), Banco Bpm SpA (BIT:BAMI) e Bper Banca SpA (BIT:EMII) che rimangono i principali indiziati in grado di garantire un futuro diverso al Monte.

Leggi anche: “Extraprofitti: nell’anno d’oro delle banche (utile a 43 mld) nessuno paga la tassa”.

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