MILANO (Reuters) - Sator Private Equity Fund ha avviato un processo finalizzato alla valorizzazione della quota di controllo in Banca Profilo (MI:PRO) e allo scopo verificherà l'interesse di alcuni quotisti a un investimento diretto nel capitale della banca.
Lo dice una nota della banca che annuncia anche il nuovo piano industriale che prevede, tra le altre cose, il rafforzamento dell'offerta digitale e non esclude una crescita esterna in Italia e all'estero in attività come sgr e fintech.
La notizia ha messo le ali al titolo, in asta di volatilità dopo un rialzo del 17,52% con volumi già pari a 5 volte la media dell'ultimo mese sull'intera seduta.
"Banca Profilo è tra le banche che sono scese molto. Probabilmente il mercato legge che la banca diventa appetibile o vede opportunità di M&A. Se va via Sator potrebbe scattare un'Opa o diventare un titolo preda, in un momento in cui la questione del consolidamento del settore è particolarmente calda", commenta un trader.
Sator Private Equity Fund gestirà il processo di valorizzazione, "in coerenza con le proprie politiche di investimento e con l'imminente termine di durata del fondo", con l'assistenza dell'advisor finanziario Lazard, si legge nella nota. "Nell'ambito del più ampio riassetto azionario il Fondo verificherà, alla luce anche di preliminari interlocuzioni intercorse, l'interesse di alcuni dei propri quotisti all'investimento diretto nel capitale di Banca Profilo".
Sator detiene il 53,5% di Profilo, secondo gli ultimi aggiornamenti Consob. La quota è detenuta da Sator Capital Limited in qualità di gestore del fondo, che fa a sua volta capo a Sator, fondata e guidata da Matteo Arpe.
Il rafforzamento dell'offerta digitale avverrà con il potenziamento della partnership con Tinaba. In particolare la banca ha dato il suo ok alla possibilità di salire al 15% in Tinaba con un'opzione ulteriore per altri 5 punti percentuali.
A livello consolidato il piano vede al 2023 masse complessive per 10,1 miliardi al 2023, di cui 6,7 miliardi in Italia, ricavi per 85 milioni, un utile netto di oltre 13 milioni e nei tre anni un Cet1 di oltre il 18%. È previsto un dividend payout di oltre il 75%.