Investing.com – Borse asiatiche in calo questo venerdì, con i mercati che continuano a temere l’aumento dei tassi di interesse, mentre il Nikkei giapponese ha ridotto le perdite iniziali dopo che la Banca del Giappone non ha proposto cambiamenti alla sua politica ultra-allentata.
I mercati regionali sono ancora scossi dal un tono più falco del previsto assunto dalla Federal Reserve questa settimana, in quanto la banca centrale ha avvertito che i tassi di interesse rimarranno più alti ancora a lungo.
Anche la Banca Centrale Europea e la Banca d’Inghilterra hanno lanciato avvertimenti simili, penalizzando gli asset orientati al rischio in tutto il mondo. L’aumento dei tassi limita il flusso di capitali esteri in Asia e crea una prospettiva debole per i titoli azionari locali.
La BOJ non propone cambiamenti mentre l’inflazione sale
Al momento della scrittura l’indice Nikkei 225 è in calo dello 0,4% alle, dopo essere sceso fino all’1% venerdì.
La BOJ ha mantenuto i tassi a livelli negativi e ha dichiarato che continuerà con l’attuale ritmo di stimolo, deludendo alcuni investitori che speravano in un tono più aggressivo.
Il discorso del governatore Kazuo Ueda dopo la riunione è ora al centro dell’attenzione, dopo che Ueda ha dichiarato in una recente intervista che la banca dispone di informazioni sufficienti per prendere in considerazione un allontanamento dai tassi di interesse negativi.
I commenti di Ueda sono giunti nel contesto di una certa crescita dei salari giapponesi, mentre l’inflazione è rimasta calda. I dati di venerdì hanno mostrato che l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto leggermente più del previsto ad agosto, mentre la lettura core è rimasta ai massimi degli ultimi 40 anni.
Una svolta da parte della BOJ segnerà la fine di quasi un decennio di politica monetaria agevolata di cui hanno beneficiato i titoli giapponesi e probabilmente provocherà ripercussioni anche sui mercati più ampi.
I dati preliminari pubblicati venerdì hanno anche mostrato che il settore manifatturiero Giappone ha rallentato ulteriormente a settembre.
Tra gli altri mercati asiatici, l’australiano ASX 200 è sceso dello 0,6%, dopo le perdite dei titoli minerari a causa del calo dei prezzi delle materie prime. L’ASX è stato anche uno dei peggiori indici della settimana, con un calo del 3,7%.
Il sudcoreano KOSPI ha perso lo 0,3%, mentre i future dell’indice indiano Nifty 50 indicano un’apertura positiva dopo che l’indice è crollato dai massimi storici di inizio settimana. Il sentimento nei confronti del Nifty è stato anche penalizzato dall’inasprimento della controversia diplomatica tra India e Canada, per la presunta uccisione di un leader secessionista Sikh.
I titoli cinesi sono stati tra i pochi titoli di spicco della giornata, con gli indici Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite in rialzo rispettivamente dello 0,9% e dello 0,7%.
L’indice Hang Seng di Hong Kong è balzato dell’1,3%, dopo che il CEO di Hong Kong John Lee Ka-chiu ha dichiarato che il governo è pronto a sbloccare ulteriori misure di liquidità per stimolare le azioni locali.
Ma i mercati cinesi sono rimasti in ribasso per tutta la settimana, colpiti dalla crescente impazienza per ulteriori misure di stimolo da parte di Pechino. All’inizio della settimana, come previsto, la Banca Popolare ha mantenuto in sospeso i suoi tassi di interesse di riferimento per i prestiti.
Nei mercati del Sud-Est asiatico, i titoli di Filippine e Indonesia sono saliti dopo che le rispettive banche centrali hanno mantenuto i tassi di interesse invariati, come previsto, giovedì.