Investing.com - Giovedì i titoli asiatici hanno registrato un andamento contrastante, prendendo spunto dalla debolezza di Wall Street dopo che la Federal Reserve ha ridimensionato le aspettative di un taglio dei tassi d’interesse già a partire dal marzo 2024.
Gli indici giapponesi Nikkei 225 e australiani ASX 200 sono stati i peggiori della giornata, perdendo tra lo 0,8% e l’1% a causa del calo della propensione al rischio che ha spinto i trader a bloccare i recenti profitti. Il Nikkei si è allontanato dai massimi di 34 anni, mentre l’ASX 200 ha perso di vista il picco record.
La debolezza dei titoli giapponesi è stata determinata anche dai segnali di sfiducia della Banca del Giappone. Una recente sintesi dei pareri della BOJ ha mostrato che i responsabili politici hanno discusso la possibilità di un’uscita a breve termine dalla politica ultra-allentata della banca.
La maggior parte dei mercati regionali ha preso spunto da Wall Street dopo che il presidente della Fed Jerome Powell ha dichiarato che la banca non ha fretta di iniziare a tagliare i tassi di interesse, soprattutto entro marzo 2024.
Tuttavia, Powell ha sottolineato che l’economia statunitense è ancora resistente e si è fermato appena prima di dichiarare la vittoria sull’inflazione. Ciò ha stimolato le scommesse sul fatto che i tagli dei tassi della Fed saranno ritardati solo di qualche mese, con i mercati ora posizionati per un taglio dei tassi a maggio.
Alcuni analisti hanno anche affermato che la Fed potrebbe potenzialmente tagliare i tassi di un margine maggiore nel corso dell’anno per compensare un ritardo nei tagli dei tassi.
I piani di riduzione dei tassi di interesse da parte della Fed sono stati un punto chiave di attenzione per i mercati azionari asiatici, dato che si prevede che influenzeranno l’entità dei flussi di capitale verso la regione nei prossimi mesi.
L’indice sudcoreano KOSPI ha guadagnato l’1,2%, mentre i future dell’indice indiano Nifty 50 hanno indicato un’apertura in sordina.
I titoli cinesi rimbalzano dopo i dati economici deboli
Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite sono saliti rispettivamente dello 0,9% e dello 0,4%, rimbalzando dai minimi pluriennali nonostante i persistenti segnali di debolezza economica del Paese.
L’indice Hang Seng di Hong Kong è stato il più performante in Asia, con un aumento di quasi il 2% dopo le forti perdite registrate all’inizio della settimana.
Giovedì un sondaggio privato ha mostrato che il settore manifatturiero cinese è cresciuto come previsto a gennaio. Ma il ritmo di crescita è rimasto debole, e la lettura di giovedì è arrivata solo un giorno dopo che un sondaggio ufficiale ha mostrato una persistente debolezza del settore.
Dati separati hanno mostrato che le vendite di nuove case in Cina sono crollate a gennaio, segnalando poco sollievo per l’aggravarsi della crisi del mercato immobiliare nel Paese.
Le recenti misure di stimolo monetario del governo cinese hanno fornito una spinta limitata ai titoli, con rapporti che indicano che le istituzioni locali, sostenute dal governo, sono state le principali sostenitrici di un breve rally all’inizio di gennaio. All’inizio della settimana, però, i titoli locali hanno invertito ampiamente la tendenza.