Di Peter Nurse
Investing.com – Apertura debole per i mercati europei questo venerdì, dopo il brusco aumento dell’IPC statunitense che ha fatto salire le probabilità di un inasprimento aggressivo da parte della Federal Reserve, e le possibilità di conseguenze sulla crescita globale.
Alle 10:15 GMT, il DAX tedesco è sceso dello 0,8%, il CAC 40 in Francia è sceso dell’1,2% ed il FTSE 100 britannico è in calo dello 0,8%.
La debolezza in Europa, il brusco selloff di Wall Street e le perdite nella seduta asiatica, fanno seguito al rilascio dei dati USA di giovedì, che ha mostrato un aumento dei prezzi al consumo del 7,5% a gennaio su base annua, l’aumento annuo maggiore dell’inflazione degli ultimi 40 anni.
Il Presidente della Fed di St. Louis James Bullard ha parlato della possibilità di alzare i tassi della Fed dell’1% entro luglio, dopo i dati.
“Vorrei vedere un aumento di 100 punti base entro il 1° luglio”, ha dichiarato Bullard in un’intervista rilasciata a Bloomberg. “Avevo già una visione più decisa, ma è diventata decisamente più aggressiva, e credo che il FOMC debba fare lo stesso”.
Gli USA sono la principale economia mondiale e solitamente è il traino di crescita maggiore del globo. Le decisioni interne hanno spesso implicazioni più ampie.
Dall’altra parte dell’Atlantico, la presidente della BCE Christine Lagarde ha avvisato che un inasprimento troppo rapido potrebbe danneggiare la ripresa della zona euro.
Nel Regno Unito, i dati hanno mostrato che l’economia è cresciuta del 7,5% lo scorso anno, l’aumento annuo maggiore dal 1941.
Per quanto riguarda le notizie corporate, British American Tobacco (NYSE:BTI) è salita dello 0,3% dopo che il secondo produttore di tabacco ha riportato un aumento del 7% nel quarto trimestre ed un programma di riacquisto di azioni da 2 miliardi di sterline (2,7 miliardi di dollari) per il 2022.
Mercedes Benz (DE:DAIGn) è salita dell’1,6% dopo che la casa automobilistica tedesca ha dichiarato un ritorno sulle vendite del 12,7% sull’interno anno fiscale.
I prezzi del petrolio sono in salita questo venerdì, ma si avviano al primo calo settimanale consecutivo da metà dicembre, in quanto le prospettive di aumenti dai tassi più aggressivi hanno spinto il dollaro.
Inoltre, vanno avanti i dialoghi sul nucleare con l’Iran, che potrebbero portare ad un aumento delle esportazioni dalla nazione del Golfo Persico.
Il contratto WTI è in salita dello 0,2% a 90,09 dollari al barile, mentre il Brent sale dello 0,1% a 91,45.
I future dell’oro sono in calo dello 0,5% a 1.827,55 dollari l’oncia, mentre il cambio EUR/USD è in calo dello 0,4% a 1,1387.