Investing.com - Borse europee caratterizzate dalle vendite in questa settimana di Ferragosto. Il Ftse Mib cede lo 0,63%, mentre il Dax scede dello 0,70%, seguito dal Ftse 100, dall’Ibex 35 e dal Cac 40, tutte negative.
Al centro dell’attenzione dei mercati restano le proccupazioni per la situazione in Cina e Hong Kong, dove proseguono le proteste, a cui si sono aggiunte le crisi in Argentina e in Italia.
Inoltre, questa mattina il calendario economico ha indicato un calo degli indici Zew sul sentimento degli investitori in Europa e in Germania, entrambi nettamente sotto le aspettative del mercato.
A questo si sono aggiunti i dati sull’inflazione tedesca e spagnola, poco mossa, e il dato meno positivo del previsto sulla disoccupazione in Gran Bretagna.
Intanto, prosegue il dibattito sulla crisi politica in Italia. Oggi alle 18 è prevista la convocazione al Senato dei capigruppo per decidere la data della discussione della mozione di sfiducia nei confronti del Premier Giuseppe Conte, il cui intervento in aula potrebbe essere previsto per il 20 agosto.
Le incertezze politiche fanno tornare in alto lo spread, sopra quota 230 punti, con le vendite che caratterizzano il principale indice di Piazza Affari e le banche con il FTSE Italia All Share Banks in difficoltà.
Tra i finanziari in gran parte in rosso, si salva Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), in crescita dell’1,30%, grazie all’operazione di deresking che procede. La banca senese ha concluso 4 operazioni di cessione di crediti deteriorati, per un valore complessivo di circa 340 milioni di euro.
Tra i peggiori titoli delle blue chips troviamo Moncler (MI:MONC), Leonardo, FinecoBank (MI:FBK), Pirelli (MI:PIRC), CNH (MI:CNHI) e Buzzi (MI:BZU) che perdono il 2%, mentre STM (PA:STM), Juventus (MI:JUVE), Telecom Italia (MI:TLIT), Prysmian (MI:PRY), Exor (MI:EXOR), Fiat (MI:FCHA), Azimut (MI:AZMT), DiaSorin, Ferragamo (MI:SFER), Unicredit (MI:CRDI), Campari (MI:CPRI), Saipem (MI:SPMI) e Nexi (MI:NEXII) cedono oltrel’1%.
Secondo gli analisti di Equita, le aziende italiane che risentono maggiormente della crisi argentina sono Tenaris (MI:TENR), con il 10% del fatturato di gruppo, Enel (MI:ENEI) (3% dell’Ebitda), Guala (MI:GCL) (4% del fatturato), Sogefi (MI:SGFI) (5% del fatturato), CNH (MI:CNHI), Pirelli (MI:PIRC), Fiat (MI:FCHA) e Masi (MI:MASIA).