Investing.com - Mette la quarta il Ftse Mib con una crescita superiore al 2% trascinato dai titoli finanziari e puntando quota 22 mila.
La decisione della Commissione europea di non chiedere la procedura di deficit per l’Italia ha fatto accelerare il rally del principale indice di Piazza Affari, positivo anche quando la notizia ancora non era ufficiale.
Fondamentale era stata la manovra correttiva decisa dal governo italiano. “Avevamo posto tre condizioni: dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 e ottenere garanzie sul bilancio 2020”, spiegava il Commissario Pierre Moscovici illustrando i motivi della decisione. “Il Governo italiano ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni” e quindi “la procedura per debito non è più giustificata”, aggiungeva Moscovici.
Sarebbe inoltre "controproducente chiedere al Paese di fare di più" data la debolezza dell'economia. Detto questo, la decisione di oggi "non è la fine" della questione. "Dovremo continuare a monitorare molto da vicino" i conti italiani nel secondo semestre dell'anno, ha avvisato Moscovici.
Con il netto calo dello spread, il FTSE Italia All Share Banks guadagna quasi il 4%, guidato da Ubi Banca (MI:UBI) e Banco Bpm (MI:BAMI) a +5%, Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), Unicredit (MI:CRDI) e Banca IFIS (MI:IF) che aggiungono il 4%.
Crescita superiore al 3% per Intesa Sanpaolo (MI:ISP), FinecoBank (MI:FBK), Bper Banca (MI:EMII) e Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI), mentre aggiungono ‘solo’ il 2% Banca Generali (MI:GASI), Mediolanum (MI:BMED), Creval (MI:PCVI) e Mediobanca (MI:MDBI).
Fuori dal settore finanziario, volano Telecom Italia (MI:TLIT), Fiat (MI:FCHA), Amplifon (MI:AMPF), Hera (MI:HRA) e Ferrari (MI:RACE), insieme alla quasi totalità delle blue chips. Restano in rosso STMicroelectronics (MI:STM), Prysmian (MI:PRY) e Saipem (MI:SPMI).