Di Geoffrey Smith
Investing.com - I primi segnali di movimento delle posizioni diplomatiche di Russia ed Ucraina hanno portato un tanto atteso sollievo sui mercati globali questo mercoledì, anche se la campagna militare prosegue ferocemente.
In base alle notizie arrivate, il Ministero degli Esteri russo avrebbe affermato questa mattina che lo scopo della Russia non è quello di rovesciare il governo del Presidente Volodymyr Zelensky. C’è un chiaro cambio di tono rispetto alle ultime due settimane, nelle quali il Presidente Vladimir Putin e altri avevano parlato della “denazificazione dell’Ucraina” come uno degli scopi di quella che continuano a definire “un’operazione militare speciale”.
La Russia “non ha l’obiettivo di occupare l’Ucraina, di distruggerne lo stato né di rovesciarne il governo”, avrebbe affermato Maria Zakharova secondo quanto riporta Interfax.
I commenti hanno spinto i mercati azionari europei che già cominciavano a mostrare segni di acquisti sul calo. Al momento, l’euro sale dello 0,8% contro il dollaro a 1,0985. L’indice STOXX 600 schizza del 3,3%, mentre il tedesco DAX, l’italiano FTSE MIB ed il francese CAC 40 vanno tutti su di oltre il 4,5%.
I commenti del Ministero chiariscono quelli più ambigui resi dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov a Reuters all’inizio della settimana: Peskov aveva offerto la prospettiva di fermare l’intervento militare se fossero state soddisfatte le richieste del paese.
Ci sono anche segni di un compromesso da parte di Zelensky, che ha riferito in un’intervista ad ABC News andata in onda lunedì di aver “ripensato” all’idea di far entrare l’Ucraina nella NATO, mossa che secondo la Russia avrebbe portato al posizionamento in terra ucraina di missili nucleari tattici puntati su Mosca.
“Ho ripensato a questa questione un po’ di tempo fa dopo aver capito che … la NATO non è pronta ad accettare l’Ucraina”, ha detto Zelensky.
Zelensky ha anche segnalato l’intenzione di discutere del futuro delle due repubbliche separatiste nell’est dell’Ucraina che la Russia ha riconosciuto come indipendenti, otto anni dopo averle fondate con la prima invasione dell’Ucraina.
“Possiamo parlare e trovare un compromesso su come vivranno questi territori”, ha affermato Zelensky, lasciando intendere di essere disposto a cederli, insieme alla loro popolazione a maggioranza russofona, per creare un paese più unito sul lungo termine.
“Quello che è importante per me è come vivranno in questi territori le persone che vogliono far parte dell’Ucraina, che dicono di voler stare in Ucraina”, ha puntualizzato.
Il terzo importante cambiamento diplomatico è quello della Cina, uno dei pochi paesi considerati in grado di fare da mediatore tra le due parti in conflitto. Sebbene il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi lunedì abbia affermato che i rapporti della Cina con la Russia sono ancora “solidi come una roccia”, Pechino sembra sempre più preoccupata dall’impatto della guerra sull’economia globale, e di conseguenza sul suo benessere economico.
“L’esposizione della Cina alla guerra ucraina arriva in tre forme”, spiega Paul Donovan, capo economista di UBS Wealth Management. “Direttamente, tramite l’impatto dei prezzi delle materie prime sull’economia domestica; indirettamente, tramite l’impatto sulla richiesta di prodotti da USA, Europa e Regno Unito; e tangenzialmente, tramite ripercussioni particolari, come le perdite delle società cinesi che detenevano posizioni short sul mercato del nichel”. L’impatto sulla domanda di esportazioni cinesi probabilmente sarà la preoccupazione maggiore nel tempo, aggiunge Donovan.
Il Presidente Xi Jinping ha parlato a lungo al telefono con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ed il Presidente francese Emmanuel Macron lunedì, per incoraggiare ad una soluzione pacifica ed avvertire delle conseguenze delle sanzioni occidentali.
Xi ha inoltre chiesto “massima moderazione” alle parti belligeranti, alla luce degli intensi bombardamenti delle città ucraine da parte dell’artiglieria russa.