Investing.com – Listini asiatici in salita questo venerdì, verso una chiusura di settimana positiva grazie all’ottimismo sull’innalzamento del tetto del debito statunitense, anche se le preoccupazioni per il rallentamento della ripresa economica in Cina e per una Federal Reserve più aggressiva hanno limitato i guadagni.
L’indice giapponese Nikkei 225 ha superato i suoi omologhi per la quinta sessione consecutiva, salendo dell’1% al livello più alto dall’era della “bolla” del 1990. L’indice più ampio TOPIX ha guadagnato lo 0,5%, raggiungendo i massimi storici.
Il rally è stato alimentato da un mix tra trimestrali forti, resistenza dell’economia giapponese e scommesse sul mantenimento della politica monetaria ultra-allentata da parte della Banca del Giappone.
Gli operatori hanno praticamente ignorato i dati di questo venerdì, che hanno mostrato che l’inflazione al consumo giapponese è aumentata ad aprile, tornando ai massimi di 40 anni e preannunciando potenzialmente una maggiore pressione sull’economia giapponese.
I mercati asiatici sono saliti venerdì, sulla scia positiva di Wall Street, nel crescente ottimismo per il fatto che i politici siano vicini a raggiungere un accordo per aumentare il tetto del debito degli Stati Uniti ed evitare un default.
L’indice sudcoreano KOSPI ha guadagnato lo 0,8%, mentre l’indice Taiwan Weighted è salito dello 0,4%. Anche l’indice australiano ASX 200 ha guadagnato lo 0,7%, nell’attesa che la Reserve Bank manterrà i tassi di interesse fermi a giugno.
Ma i guadagni più ampi sono stati frenati dalle preoccupazioni per il rallentamento della ripresa economica cinese post-COVID, a seguito di una serie di dati più deboli del previsto questa settimana. I dati fiacchi di aprile lasciano presagire un secondo trimestre difficile per l’economia cinese, nonostante il forte inizio d’anno.
Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite sono rimasti fermi dopo aver perso terreno per tutta la settimana, mentre l’indice di Hong Kong Hang Seng ha perso l’1%.
L’Hang Seng è stato inoltre messo sotto pressione dalle perdite del gigante dell’e-commerce Alibaba Group (NYSE:BABA), che è crollato del 5,3% dopo che il fatturato del primo trimestre ha mancato le stime. Il gruppo deve fare i conti con il rallentamento della domanda in Cina, a causa della maturazione dei mercati digitali del Paese, e con l’aumento della concorrenza da parte di altri operatori.
La spesa dei consumatori cinesi è rimasta al di sotto delle stime nonostante il forte rimbalzo dai minimi dell’era COVID, in quanto i consumatori sono rimasti cauti negli acquisti più importanti in un contesto di debolezza economica.
Anche i segnali di allarmismo lanciati dai funzionari della Federal Reserve statunitense hanno scosso i mercati, in quanto più responsabili politici hanno avvertito che un’inflazione persistente potrebbe mantenere i tassi più alti più a lungo e potenzialmente attirare altri rialzi.
I loro avvertimenti sono stati anticipati da una tavola rotonda con il Presidente Jerome Powell che si terrà più tardi nel corso della giornata e che dovrebbe fornire ulteriori indicazioni sulla politica monetaria.