Di Alessandro Albano
Investing.com - Inflazione, aumento delle materie prime e crollo delle criptovalute. Tutti elementi che hanno contribuito ad un avvio in pesante ribasso per gli indici di Wall Street, con il Nasdaq che segna le vendite più ampie rispetto alle controparti.
Verso le 16:00 CEST, l'indice più tecnologico perde l'1,53% a 13.100 (diretto verso un -5% nel mese di maggio), lo S&P 500 cede l'1,35% a 4.071, mentre il Dow Jones segna il -1,22% a 33.645.
A farne le spese maggiori sono i titoli tecnologici e in particolare i cosiddetti "Faang", Facebook (NASDAQ:FB), Amazon (NASDAQ:AMZN), Apple (NASDAQ:AAPL), Alphabet (NASDAQ:GOOGL), e Netflix (NASDAQ:NFLX) tutti in ribasso tra l'1,3% e l'1,9%, bersagliati dai timori sull'inflazione e da un aumento dei Treasury a 10 anni oltre l'1,65%.
Il nuovo round di vendite che ha colpito le criptovalute dopo l'intervento della PBoC sta interessando le molte aziende quotate che hanno esposizioni su cripto e blockchain. Tesla (NASDAQ:TSLA), la più esposta ai movimenti del Bitcoin visti i $1,3 miliardi in portaglio, sta perdendo intorno al 5%, mentre l'ETF di ARK Innovation (NYSE:ARKK) scivola al -2,82%.
Ulteriore pressione sta arrivando dai prezzi delle materie prime che hanno recentemente toccato i massimi pluriennali a seguto della rispresa della domanda dopo oltre un anno di pandemia, con prodotti agricoli, e metalli ferrosi che hanno segnato i rialzi più alti.
Intanto, il focus del mercato restano verbali della Federal Reserve previsti questa sera, anche se non sarà facile trovare nuove indicazioni rispetto a quanto detto nell'ultima settimana dai membri del FOMC Richard Clarida e Lael Brainard. Entrambi hanno reiterato che la Fed resterà ferma sulla sua politica attuale, nonostante si aspetti un aumento "transitorio" dei prezzi durante l'anno
In generale, la Fed in più di un'occasione ha affermato di essere concentrata sulla massima occupazione e di trovarsi "a suo agio" con un tasso di inflazione "superiore al suo obiettivo di lunga data del 2%", ma intanto i prezzi al consumo sono aumentati del 4,2% (l'accelerazione più rapida dal 2008) e l'indice preferito della banca, cioè il PCE, non sembra possa restare sui livelli attuali ancora per molto.
"La debolezza dell'ultimo giorno sul tecnologico sta diventando un luogo comune, aggiungendo timori che potrebbe essere diretto a un periodo di consolidamento più lungo e più pronunciato del previsto", ha detto alla CNBC Jim Paulsen, chief investment strategist presso Leuthold Group.
"Gli investitori esamineranno attentamente il rilascio degli ultimi verbali della Fed per qualsiasi sottile accenno su quando potrebbero essere imminenti alcune azioni di tapering", ha aggiunto Paulsen.