Investing.com – Inizio di settimana debole a Piazza Affari con il Ftse Mib che cede lo 0,50%, in compagnia del Ftse 100, dell’Ibex 35 (-0,20%9 e del Dax (-0,10%).
Restano le incertezze sulla guerra commerciale dopo che gli Stati Uniti hanno smentito l’accordo annunciato dalla Cina sui dazi, mentre si apre il fronte europeo che potrebbe essere coinvolto nel settore auto.
Domani Donald Trump terrà un discorso sull’economia all’Economic Club di New York, che sarà seguito dalla decisione della sua amministrazione sull’imposizione dei dazi sul settore auto europeo.
Incertezze che si fanno sentire anche a Milano, dove il settore bancario prosegue in rosso. Il FTSE Italia All Share Banks cede lo 0,50%, trascinato da Banco Bpm (MI:BAMI), Ubi Banca (MI:UBI) e Unicredit (MI:CRDI) che lasciano sul campo l’1%.
Male anche il settore del lusso, indebolito dalle vicende di Hong Kong, dove proseguono gli scontri e le proteste che non si fermano dopo sei mesi, facendo chiudere l'indiceHang Seng in calo del 2,6% a 26.926,55.
Proprio le società più coinvolte nell’area oggi restano deboli a Piazza Affari, tra cui Moncler (MI:MONC) (-1,90%), Tod’s (MI:TOD) (-0,60%) e Ferragamo (MI:SFER) (-0,90%), a cui si aggiungono la francese Louis Vuitton SE (PA:LVMH) (-0,62%) e le svizzere Richemont (SIX:CFR) (-2%) e Swatch (SIX:UHR) (-1,35%).
Tra gli altri titoli del principale listino di Piazza Affari si segnalano Telecom Italia (MI:TLIT) (-1,65%), Nexi (MI:NEXII) (-1%) e Saipem (MI:SPMI) (-1%), mentre tra i pochi che scambiano in verde troviamo Azimut (MI:AZMT).
Intanto, l’Istat ha comunicato il dato sulla produzione industriale italiana, indicando un calo del 2,1% a settembre su base annua, numeri peggiori del precedente dato che si fermava a -1,7%. Leggermente meglio il dato su base mensile, segnalando un calo dello 0,4%, invariato rispetto al precedente e migliore delle previsioni che arrivavano fino al -0,4%.
"Prosegue, nel mese di settembre, la fase di flessione dei livelli della produzione industriale, che mostra un calo congiunturale anche nel complesso del terzo trimestre", si legge nel comunicato dell'Istat, aggiungendo che "in termini tendenziali, nel mese di settembre, l’indice corretto per gli effetti di calendario risulta in calo per il settimo mese consecutivo".
A livello settoriale si conferma il maggiore dinamismo dei beni di consumo, il solo comparto in crescita in termini sia congiunturali sia tendenziali. Anche nella media dei primi nove mesi dell’anno la produzione è calata, sia in termini grezzi sia al netto degli effetti di calendario.