Gli economisti di Morgan Stanley hanno fornito le loro opinioni in merito all'attuale convinzione del mercato finanziario che vi sia il 70% di probabilità che la Federal Reserve riduca i tassi di interesse a partire da marzo 2024.
Questa opinione è in contrasto con la previsione della società di brokeraggio, che indica che la riduzione dei tassi di interesse inizierà a giugno. Gli analisti affermano che la prova definitiva della diminuzione dell'inflazione fino all'obiettivo della Federal Reserve del 2% è essenziale prima che la Federal Reserve prenda in considerazione la riduzione dei tassi di interesse.
Prevedono che il persistere dell'inflazione nel settore dei servizi si tradurrà in un aumento dei dati sull'inflazione nei prossimi due mesi, il che potrebbe posticipare la riduzione dei tassi di interesse oltre le attuali aspettative dei mercati finanziari.
"Le nostre proiezioni sull'inflazione indicano un aumento nei prossimi due mesi, il che ci porta a credere che l'anticipazione del mercato finanziario di una riduzione dei tassi di interesse a marzo sia eccessiva", hanno dichiarato gli analisti.
Morgan Stanley riconosce la variabilità dei dati sull'occupazione nei settori non agricoli, osservando che un singolo rapporto debole potrebbe non giustificare una diminuzione dei tassi di interesse. Gli analisti propongono che, affinché la Federal Reserve prenda in considerazione un abbassamento dei tassi di interesse a marzo, i dati sull'occupazione nei settori non agricoli dovrebbero essere inferiori a 50.000 unità per febbraio e l'indice dei prezzi al consumo core dovrebbe mostrare un aumento inferiore allo 0,2% rispetto al mese precedente.
"Le probabilità sono più inclini a una riduzione dei tassi di interesse prima di quanto stimato inizialmente", hanno osservato gli analisti.
Un calo dei dati sull'inflazione e sull'occupazione aumenterebbe la possibilità di una riduzione dei tassi d'interesse a maggio, e gli indicatori di questa eventualità potrebbero essere evidenti nella Sintesi delle Proiezioni Economiche di marzo del Federal Open Market Committee.
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