Di Mauro Speranza
Investing.com – Proseguono le vendite sul settore petrolifero in Europa dopo che l’International Energy Agency (IEA) ha ridotto le sue previsioni sulla domanda di petrolio, spingendo ancora più in basso i prezzi del greggio.
Il prezzo del WTI era sceso sotto i 51 dollari al barile, mentre il Brent è scambiato a 55,70 dollari, condizionati anche dai dati di ieri avevano segnalato un aumento delle scorte.
Le vendite sul greggio condizionano i titoli petroliferi, con l’indice europeo STOXX Europe 600 Oil & Gas che cede l’1,60%, trascinato dal -3% di Shell (LON:RDSa) e BP (LON:BP).
Male anche Saipem (MI:SPMI), Equinor, Eni (MI:ENI), Tenaris (MI:TENR), Repsol (MC:REP), Technip (PA:FTI) e Total (PA:TOTF), in flessione di oltre l’1%, mentre restano in rosso anche Saras (MI:SRS) e Galp Energia (LS:GALP).
La crisi del coronavirus potrebbe ridurre la domanda di petrolio nel primo trimestre 2020 per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2009, prevede l’IEA.
“Le conseguenze del Covid-19 sulla domanda di petrolio a livello mondiale saranno significativi. Secondo le stime, la domanda dovrebbe contrarsi di 435.000 barili al giorno nel primo trimestre, la prima flessione trimestrale in oltre un decennio", scrive l’agenzia in un rapporto mensile.
“Per l'intero 2020, abbiamo ridotto le nostre stime per la crescita mondiale di 365.000 barili al giorno a 825.000 barili al giorno, ai minimi sin dal 2011", dice l'Iea, secondo cui l'attività economica nel secondo trimestre dovrebbe tornare gradualmente alla normalità.
I tagli alla produzione
Le compagnie petrolifere hanno incontrato ieri in Russia il ministro dell’Energia, Alexander Novak, manifestando la disponibilità a proseguire i tagli alla produzione fino a giugno, posticipando così l’attuale scadenza di marzo.
Da Mosca, però, sembrerebbero ancora non aver preso posizione e lo stesso Novak ha emesso un comunicato stampa nel quale si ribadiva che “la situazione rimane estremamente incerta” e che la Russia sta ancora valutando le scelte da compiere”.
Dall’Opec veniva ribadita la necessità di ulteriori tagli, anche a seguito della riduzione delle stime sulla domanda di petrolio fatta dai paesi produttori, affermando come sia necessario tagliare 580 mila bg di produzione nel secondo trimestre.