Tra l’insediamento di Trump alla Casa Bianca, le manovre monetarie delle Banche centrali e le tensioni geopolitiche che coinvolgono le potenze mondiali, restano diverse incognite da monitorare nel 2025.
Tuttavia, secondo Giovanni Brambilla, vicepresidente e responsabile Investimenti, e Fabio Caldato, portfolio manager, di AcomeA SGR anche quest’anno le certezze andranno cercate a Wall Street.
“Riteniamo che negli USA possano esserci ancora opportunità poco apprezzate in ambito di espansione degli utili e aumento di produttività a fronte di cambiamenti strutturali in atto, soprattutto nel contesto della tecnologia; l’unione politica del Paese e il potenziale di deregolamentazione ci portano a favorire positivamente le società a minore capitalizzazione”, spiegano gli esperti.
Al contrario, l’Europa può sembrare un’alternativa più cheap in termini di multipli, “ma presenta purtroppo criticità croniche sia dal lato della crescita sia per quanto concerne l’unità politica, oltre che una minore efficienza in generale della gestione societaria”.
Un aiuto al Vecchio Continente, però, potrebbe arrivare da Oriente.Brambilla e Caldato, infatti, sono convinti che “lo stimolo governativo alla crescita in Cina possa essere sostenibile e portare beneficio non solo alle azioni locali ma anche ad alcune società europee nei comparti dell’industria e del lusso che hanno in questo mercato uno sbocco importante dei loro fatturati”.
I settori in focus
In questo contesto, i settori più interessanti sono quelli che giovano del taglio dei tassi, ma senza mirare a trade speculativi. “Crediamo - rivelano i gestori - che le infrastrutture possano essere un interessante investimento, prediligendo in particolare società nell’ambito delle torri telefoniche, comeAmerican Tower (NYSE:AMT)e Cellnex (BME:CLNX), o le concessioni come Vinci (EPA:SGEF) e Getlink, approfittando, per queste ultime, anche della debolezza causata dalla crisi della politica francese”. In particolare, dato il concentramento del mercato su alcune grandi aziende, Brambilla e Caldato sono ottimisti sui “titoli mid-small che sono esposti a tematiche strutturali, come quelle dell’intelligenza artificiale, ma solo a un prezzo ragionevole in termini valutativi, o delle tecnologie in ambito medicale”.
Un altro settore interessante ma con caratteristiche più difensive è quello dei beni di consumo e soprattutto quello degli spirits, dopo che molti player sono stati fortemente penalizzati dalla mancata ripartenza dei consumi cinesi.
Infine, nonostante rimanga un settore caldo, anche grazie al potenziale del M&A, i due ritengono che “le banche possano rimanere in portafoglio ma solo con una profonda analisi che escluda gli istituti più sensibili ai tassi”.
Commodity
Per quanto riguarda il petrolio, quelli di AcomeA non riescono a immaginare valori che si discostino in modo evidente da quelli attuali, a meno di una escalation nelle tensioni internazionali, soprattutto in Medio Oriente. “Vediamo, invece – approfondiscono Brambilla e Caldato -, buone prospettive per l’alluminio e il ferro. Una stabilizzazione del settore immobiliare cinese potrebbe infatti beneficiare queste commodity. Di contro, rimaniamo prudenti sul litio, nonostante il tracollo subito nel 2024, visto che nei prossimi anni la crescita dell’offerta supererà quella della domanda a causa del rallentamento rispetto alle attese della diffusione dei veicoli elettrici al di fuori della Cina”.
Valute
Poche le sorprese attese tra le valute principali, con le banche centrali che dovrebbero seguire la rotta tracciata nel 2024. In Europa, gli analisti di AcomeA si dicono “rialzisti sulla corona norvegese, grazie a flussi favorevoli e alle politiche della Norges Bank, alle politiche fiscali e a valutazioni convenienti”. Ma per cercare movimenti più rilevanti, è necessario rivolgersi ai paesi emergenti. Come nel caso del fiorino ungherese, “che appare sottovalutato rispetto allo Zloty polacco ed è supportato da una miglior bilancia dei pagamenti regionale, con una solida posizione fiscale primaria e il più alto real yield”.
In Sud America, invece, “una banca centrale hawkish può sostenere il real brasiliano (tassi al 14,25% contro il 4% della Fed) e un differenziale reale che si avvicina all'8%”. Dall’altra parte dell’Atlantico, gli attesi miglioramenti macro-strutturali possono, “sostenere il rand sudafricano come proxy globale di crescita/rischio”.
Inoltre, aggiungono Brambilla e Caldato , “Siamo in sovrappeso sulla lira turca in portafoglio, anche se abbiamo ridotto la posizione poiché la banca centrale si avvicina al ciclo di easing. C’è un forte interesse estero sulla lira turca grazie a tassi alti e politiche monetarie restrittive, mentre la de-dollarizzazione procede bene, con calo di importazioni d'oro e alti tassi sui depositi in lira”.
Obbligazioni
In campo obbligazionario, sebbene gli spread restino vicini ai minimi, gli analisti di AcomeA vedono ancora un valore residuo nei titoli di stato italiani grazie alla ricerca di rendimento e a un contesto macro più stabile rispetto al passato. “La Bce più accomodante nel primo semestre 2025 e il miglioramento della percezione del quadro politico italiano possono aiutare la performance del Btp”, sottolineano.
Al contrario, “l’aumento del deficit pubblico e l’assenza di riforme strutturali rendono gli OAT vulnerabili a un allargamento degli spread”.
La politica fiscale espansiva del nuovo governo USA e il repricing al rialzo di crescita e inflazione penalizzano la duration americana. “Politiche pro-crescita potrebbero mantenere elevata l’inflazione, limitando i margini per un rally dei T-Bond”, ipotizzano gli esperti.
3 titoli da tenere sott’occhio nel 2025
Infine, Brambilla e Caldato individuano 3 titoli da tenere d’occhio per il 2025, si tratta di Micron Technology (NASDAQ:MU), Getlink (EPA:GETP) e Alibaba (NYSE:BABA).
Vediamoli più nel dettaglio.
Micron Technology
Per i due gestori la società ha uno dei migliori portafogli tecnologici dopo anni di concentrazione di mercato nelle memorie. “È integrata verticalmente con le memorie DRAM, NAND e HBM, vitale per lo sviluppo dell’IA e della guida autonoma”, argomentano. E, nonostante le pressioni lato prezzo delle memorie, “un nuovo ciclo di vendite di Pc atteso nel 2025 potrebbe offrire sollievo”. Intanto i competitors rimangono indietro sullo sviluppo del segmento. “Il mercato sconta il picco della ciclicità del settore nel 2026 mentre noi riteniamo che il ciclo soprattutto delle HBM abbia un potenziale maggiore. Il debito rimane basso e vediamo un importante potenziale sul titolo che oggi scambia a circa 11 volte gli utili dei prossimi 4 trimestri”, spiegano gli esperti.
Getlink
Il tunnel sotto la Manica ha prospettive di medio termine “eccellenti” secondo Brambilla e Caldato. “La capacità lato trasporto persone consente un raddoppio dei volumi e ci sono già tre aziende che vogliono lanciare nuove rotte e raggiungere da Londra città come Francoforte e Ginevra”. Inoltre, “la competizione dei traghetti va scemando e il cavo Eleclink consente periodicamente grossi ritorni, soprattutto quando lo spread dei prezzi dell’elettricità tra Francia e Gran Bretagna aumenta sensibilmente”. Esiste infine la possibilità di un nuovo progetto simile e la proposta di Getlink al governo francese che pare essere la migliore. “Non dimentichiamo poi – aggiungono - la tematica speculativa con Eiffage, oggi azionista sotto al 30%, che potrebbe fare una mossa coraggiosa e offrire uno scambio azionario”.
Alibaba
Ultima, ma non certo per importanza, Alibaba è l’azienda leader nel settore dell’e-commerce cinese. Negli ultimi mesi le azioni sono state appesantite dalla competizione domestica, che ha intaccato la sua market share nel paese, e dall’accantonamento del piano di ristrutturazione annunciato qualche. “Tuttavia – osservano gli esperti di AcomeA -, gli utili continuano a crescere grazie al miglioramento dei costi. L’azienda si sta espandendo fortemente all’estero e al suo interno possiede gemme come il cloud computing e i servizi finanziari”. In sostanza, concludono Brambilla e Caldato, “le valutazioni sono molto attraenti, soprattutto se le politiche di espansione fiscale e di rilancio dei consumi da parte del Governo dovessero manifestarsi nel medio periodo”.
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