Ricevi uno sconto del 40%
⚠ Allerta sugli utili! Quali azioni sono pronte a salire?
Scoprite i titoli sul nostro radar ProPicks. Queste strategie hanno guadagnato il 19,7% da un anno all'altro.
Sblocca l'elenco completo

Alibaba si crea da sola i nuovi chip per l’AI. Un segnale per la ripartenza?

Pubblicato 19.10.2021, 14:12
Aggiornato 05.03.2021, 16:55

I nuovi semiconduttori 5-nm disegnati in casa serviranno a potenziare i servizi di intelligenza artificiale su cloud (8% del fatturato del gruppo). La mossa è anche politica, perché va nella direzione auspicata dal governo cinese che vuole ridurre la dipendenza del Paese dall’alta tecnologia straniera.

Alibaba è il primo fornitore di cloud in Cina e il terzo al mondo.

Alibaba produrrà in casa un nuovo chip ad altissima tecnologia per potenziare il suo servizio di cloud computing. Lo ha annunciato oggi il colosso cinese dell’e-commerce, precisando che il chip, basato sulla tecnologia avanzata 5 nanometri, non è destinato alla vendita al pubblico, ma supporterà i suoi server nelle applicazioni di “storage” e intelligenza artificiale (AI).

Secondo la società di ricerca Gartner, Alibaba è il primo fornitore di cloud in Cina e il terzo nel mondo. L’anno scorso i servizi cloud di Alibaba hanno realizzato una crescita dei ricavi del 54% arrivando a 8,8 miliardi di dollari, pari all’8% del fatturato totale del gruppo Alibaba.

Alibaba disegnerà i nuovi semiconduttori, ma non li produrrà fisicamente. La società non ha rivelato a quale fonderia si rivolgerà per la produzione, anche se attualmente esistono al mondo soltanto due aziende in grado di realizzare una produzione di massa di chip 5-nm: la taiwanese Taiwan Semiconductor Manufacturing e la coreana Samsung Electronics.

Anche Amazon (NASDAQ:AMZN) e Google (NASDAQ:GOOGL) si disegnano da soli i chip per il cloud.


Anche in America i due grandi fornitori di cloud, Amazon e Google, si stanno disegnando da soli i chip. Per i fornitori di cloud investire nella realizzazione di propri chip è la strada maestra per potenziare specifiche applicazioni e differenziare i propri servizi da quelli dei concorrenti.

“Personalizzare i nostri chip server è coerente con i nostri sforzi per aumentare le nostre capacità di calcolo con prestazioni migliori e una migliore efficienza energetica”, ha detto Jeff Zhang, presidente di Alibaba Cloud Intelligence e capo di Damo Academy, l’entità che raggruppa le attività di ricerca di Alibaba. “Abbiamo intenzione di utilizzare i chip per supportare le attività attuali e future in tutto l'ecosistema del gruppo Alibaba”.

Il nuovo chip di Alibaba si chiama Yitian 710 e si basa su un’architettura di Arm, l’azienda britannica controllata dalla giapponese SoftBank. Non è il primo chip prodotto da Alibaba, che già due anni fa aveva creato l’Hanguang 800, un chip per intelligenza artificiale.

Piace a Pechino il chip fatto in casa. Le scelte di Baidu, Xiaomi (HK:1810) e Huawei.


Investendo nella realizzazione di chip, Alibaba non solo cerca di migliorare i propri servizi, ma aderisce anche agli inviti del governo di Pechino che vede con preoccupazione la dipendenza dell’industria cinese dall’alta tecnologia straniera, americana in particolare. Sono sempre di più le società cinesi che disegnano da sole i propri chip. Huawei, l’ex numero uno al mondo dei cellulari, ci è stata costretta dopo che le sanzioni americane l’hanno lasciata a secco dei chip made in Usa, indispensabili per realizzare gli smartphone. Sulla stessa strada si stanno muovendo Baidu e Xiaomi.

I rapporti fra Alibaba e il governo sembrano oggi migliorati, dopo il duro confronto iniziato esattamente un anno fa. Alibaba è stata la prima impresa tech entrata nel mirino del governo che vedeva come un pericolo la sua espansione nei servizi finanziari. Nell’autunno scorso Pechino ha bloccato l’Ipo di Ant, la società dei pagamenti e dei servizi finanziari del colosso dell’e-commerce. Mesi dopo è arrivata la maxi-multa da 2,8 miliardi di dollari per violazione delle norme sulla concorrenza, e intanto ci si interrogava su dove fosse sparito il fondatore Jack Ma, scomparso per mesi senza lasciare tracce.

Il titolo dimezzato in un anno, ma dal minimo ha già recuperato il 20%.


Da lì è iniziato il brusco calo delle quotazioni di Borsa di Alibaba: un anno fa, il 27 ottobre 2020, il gruppo segnava il suo massimo storico a 319 dollari. In 12 mesi le quotazioni sono cadute del 56% arrivando il 4 ottobre 2021 a segnare un minimo di 138 dollari. Da lì il titolo è risalito del 20% arrivando all’attuale quotazione di 166,8 dollari.

Se Alibaba e il governo tornano a sorridersi, le quotazioni di Borsa possono tornare a salire. Ne sono convinti gli analisti, unanimi nel giudicare la società dell’e-commerce un titolo da comprare: su 46 esperti censiti da MarketScreener, 43 hanno giudizio Buy. La media dei target price è 246 dollari, con un upside del 48%.

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.