Mentre in Eurozona l'inflazione è salita all'8,1% (livello più alto di sempre) e la BCE mantiene ancora i tassi a livelli negativi, la Fed riduce il suo bilancio. Infatti per i prossimi tre mesi ridurrà ad un ritmo di 47,5 miliardi di dollari (al mese) per poi passare a 95 miliardi di dollari. La Fed solo pochi anni fa, a causa del Covid, comprava titoli con una media di 277 miliardi di dollari a settimana fino a 586 miliardi. Ovviamente, anche la BCE l'ha fatto (programma PEPP concluso), nei prossimi mesi porrà fine anche all'APP.
Siamo passati dall'Helicopter money al massaggio drenante, sotto la "minaccia" costante dell'inflazione e della cattiva gestione.
Intanto i leader dell’UE (durante un vertice a Bruxelles) hanno trovato un accordo sull'embargo russo, spingendo così il petrolio ancora verso l'alto. Il provvedimento costerà a Putin circa 10 miliardi di dollari l’anno e dovrà compensare i mancati ricavi dalle esportazioni "accordandosi" con i paesi asiatici (il mese scorso hanno superato l’Europa come maggiore acquirente) mentre alcuni produttori stanno valutando l’esclusione dall'OPEC+.
La situazione geopolitca e macro ci mostrano ancora incertezza e preoccupazione, e le banche centrali sono sotto pressione intente ad evitare un "hard landing". Il pessimismo ormai è quasi ai massimi e continua a crescere ogni volta che viviamo una correzione. Vediamo cosa dicono i dati e gli indici di forza.
Molti investitori, nonostante tutto, ritengono che il mercato abbia "prestazioni" nettamente migliori in precisi "mesi" dell'anno, potrebbe essere una casualità il fatto che il pessimismo attuale sarà accompagnato, da qui in poi, dai mesi "statisticamente" peggiori?
Questa infografica (dati raccolti da Schroders (LON:SDR)) si basa su 31 anni di performance dei maggiori indici FTSE 100, MSCI World, S&P 500 ed Eurostoxx 50.
Dicembre è storicamente il mese migliore per possedere azioni, confermando il fenomeno del "Rally di Babbo Natale" che si può collegare allo shopping, all'ottimismo alimentato dallo "spirito natalizio" ma molto più realisticamente agli investitori istituzionali che sistemano i loro "books" prima di andare in vacanza. Dal 1969 il rally ha portato ritorni "positivi" in 34 dei suoi ultimi 45 periodi festivi.
Il secondo miglior mese è Aprile, molti investitori ricevono i loro "rimborsi" fiscali e il maggior afflusso di liquidità lo usano per acquistare azioni. Se guardiamo indietro agli ultimi anni, l'S&P500 ha generato un rendimento medio del 4,6% superiore a quello di Giugno che si ferma (per il momento) all'1,9%.
I tre mesi peggiori, come si può ben presupporre dalla domanda, sono Giugno, Agosto e Settembre. Fanno parte tutti del periodo estivo, un momento meno frenetico e più centrato verso una pausa dai mercati. È per questo motivo che molti investitori da Maggio iniziano a "ricordare" il detto "sell in May and go away" (vendi a maggio e vai via) visto che si è appena conclusa la stagione delle trimestrali negli USA e ci saranno i rialzi dei tassi di interesse della Fed.
Oltre tutto è bene, anzi fondamentale, monitorare i diversi indici e rapporti per posizionarsi al meglio.
Uno di questi è il MOVE (ICE BofAML MOVE), l'indice che misura la volatilità "implicita" dell'obbligazionario americano. Determina lo "stato emotivo" attraverso due valori, 80 punti che rappresenta la tranquillità del mercato e i 100 punti l'estrema instabilità.
Le volte in cui l’indice è andato al di sotto della soglia degli 80 punti, raggiungendo i 42 punti che rappresentano i minimi storici, è stato segnale di crolli azionari.
Successivamente invece è "rimbalzato" al di sopra dei 100 perchè gli investitori si sono "riposizionati sulle obbligazioni". Come si può notare dal grafico, nel 2020 ha anticipato il crollo dovuto alla pandemia, i forti ribassi di questi mesi e non solo.
Negli ultimi due mesi ha toccato i 140 punti e gradualmente sta scendendo. Attualmente si trova in area 100 punti che rappresenta un valore ancora troppo alto che denota un avversione al rischio da parte degli investitori.
Inoltre mettendo a confronto i rendimenti a 10 anni e a 30 anni (US10y - US30y) con il settore finanziario (XLF) che da "sempre" ha una correlazione positiva, possiamo notare come questa sia diventata "negativa" evidenziando i timori di una mancata crescita economica per i prossimi mesi. C'è da sottolineare che i rendimenti dal picco di maggio sono scesi "segnalando" che il mercato stesse ruotando i capitali.
A far pensare che vedremo un rallentamento economico, oltre al mercato azionario è quello del credito che sta avendo un forte calo rispetto allo scorso anno. Mercoledì con la pubblicazione del "manufacturing index" dell’Institute of Supply Management (ISM) abbiamo visto ridursi ulteriormente il valore, andando leggermente sotto i 50 (a 49,6 mancando la previsione a 56).
Guardando il grafico sopra, il valore 50 rappresenta uno spartiacque tra economia in crescita e recessione. Se andrà al di sotto di 48 in modo "duraturo" nel corso dell’estate la recessione sarà "probabilmente" più vicina di quanto crediamo.
Altro rapporto importante è iShares Russell 2000 Value ETF / iShares Russell 1000 Growth ETF (IWD/IWF)
Dal grafico possiamo notare come da Novembre 2021 i capitali si siano "spostati" sui titoli Value (più sicuri) sovraperformando quelli Growth. Dopo anni di dominio, potrebbe essere il momento delle Value stocks e di un "cambio" ai vertici come dopo la "bolla dot.com"?
A confermanre questa tendenza è il rapporto High Beta / Low Beta (SPHB/SPLV)
Vediamo come da marzo 2020 a Novermbre 2021 il mercato azionario sia stato spinto al rialzo dai settori ad Alto Beta, sovraperformando quelli a Basso Beta. Da Dicembre 2021 ad oggi le cose sono "leggermente" cambiate, le aziende a Basso Beta hanno sovraperformato sfruttando l'incertezza dell'economia e questo si riflette anche sulle aziende con rating basso.
I titoli di società poco stabili e in difficoltà, nel momento in cui c'è paura e volatilità, sono i "primi" ad essere scaricati dagli investitori. Guardando il grafico stiamo "ancora" in sofferenza, l'Etf HYG ha toccato i minimi del 2016. Ad avvalorare la nostra tesi è "ICE BofA US High Yield Index Option-Adjusted SPREAD", la differenza tra il rendimento delle obbligazioni societarie "high yield" (alti rendimenti=alto rischio) e i rendimenti dei titoli di stato USA.
Il valore si trova ad un livello intermedio, difatti ricordo che se l'obbligazione viene venduta il rendimento crescerà e viceversa. Quindi se lo Spread sale (come nel nostro caso) è perchè ci sono maggiori "sell" di obbligazioni "pericolose".
Risk off?
Per rispondere a questa domanda, non possiamo che analizzare i due "indici della paura"
I valori dei rispettivi indici di volatilità, VIX per SPX e VXN per il NASDAQ, al di sopra dei quali i mercati azionari tendono ad avere "cattive" performance sono i 20 punti per il CBOE Volatility Index e i 25 per il CBOE NASDAQ 100 Volatility. Dal grafico possiamo intuire che la volatilità non è più "transitoria" ma è diventata "persistente", accompagnandoci da inizio 2022. Positivo per i trader meno per gli investitori che si trovano in un clima risk off.
In aggiunta, ponendo XLK (settore tecnologico) in rapporto con XLU (settore utilities) e poi con XLP (settore beni di prima necessità) palesiamo (e confermiamo) che gli investitori sono ancora "impauriti". Questo perchè, vedendolo graficamente in basso, i capitali sono stati spostati e tolti dalle aziende tech (da inzio 2022) a favore dei titoli ciclici e difensivi che performano meglio in queste circostanze.
Un valore "aggiunto" (che fa la differenza in caso di performance negative o positive) di questi settori, ricollegandoci al rapporto SPHB/SPLV esaminato prima, è il coefficiente Beta.
Questo è attribuito ad ogni azienda ed oscilla tra il valore 0 e 1 (se rimane all'interno di questi valori il titolo tenderà a muoversi in maniera simile al suo indice di riferimento) mentre se il valore è vicino o maggiore di 1 (il titolo avrà movimenti più ampi e rischiosi).
Invero il Technology Select Sector SPDR Fund (XLK) ha un coefficiente superiore a 1, cioè 1.05 mentre Utilities Select Sector SPDR Fund (XLU) e Consumer Staples Select Sector SPDR Fund (XLP) hanno un valore inferiore a 1, rispettivamente 0.38 e 0.58 .
Visto il momento attuale e la rotazione dei capitali che sono posizionati sui "Low Beta" potremmo valutare alcune entrate di breve-medio termine. Anche se gli indici azionari avessero dei forti cali i titoli a Basso Beta perderebbero meno (vantaggio statistico).
Ad esempio aziende come The Procter & Gamble Company (NYSE:PG), Coca-Cola (NYSE:KO), PepsiCo, Costco Wholesale Corporation (NASDAQ:COST) e Philip Morris International sono titoli a Basso Beta, rispettivamente hanno i valori 0.39 - 0.59 - 0.59 - 0.71 e 0.68.
Lo stesso principio può essere "usato" quando ci sarà la rotazione dei capitali verso i settori più rischiosi come il tech. Ipotizzando una ripresa economica e un cambio di ciclo (confermata dai dati), potremmo sfruttare i titoli ad Alto Beta che andrebbero a sovraperformare l'indice di riferimento.
Ad esempio i titoli FAANG (acronimo che include Meta, Amazon (NASDAQ:AMZN), Apple (NASDAQ:AAPL), Netflix (NASDAQ:NFLX) e Google (NASDAQ:GOOGL)), vittime di gravi perdite, hanno rispettivamente i valori 0.94 - 1.23 - 1.2 - 1.28 - 1.13 e tenderebbero a muoversi più velocemente rispetto al mercato (in rialzo) con profitti maggiori.
Concludendo
Gli investitori dovrebbero ricordare che i dati sui mesi più performanti si basano su risultati "storici" e non prevedono il futuro. Infine dagli indici di forza si evince che al momento non ci può essere una visione "rialzista", questo cambierà nel momento in cui la lettura e l'analisi dai dati mostreranno un cambio di tendenza (partendo dalla politca monetaria).
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