Crollo o correzione dei mercati? In ogni caso, ecco cosa fare adessoVedi i sopravvalutati

Borse contrastate, mentre numero di casi raggiunge plateau

Pubblicato 08.04.2020, 15:15
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Martedì gli undici USA hanno guadagnato più del 3% prima di cedere terreno e chiudere la seduta appena sotto la parità. I rendimenti dei titoli del Tesoro USA hanno trovato offerte, quello dei decennali è rimbalzato allo 0,73% e il dollaro si è indebolito.

La presidente della Camera USA Nancy Pelosi ha detto che, per combattere il rallentamento economico provocato dal coronavirus, gli USA potrebbero aggiungere al pacchetto di aiuti altri stimoli per un valore pari a mille miliardi di dollari.

A proposito del virus, sebbene ieri il Regno Unito e New York abbiano registrato le giornate con il più alto numero di decessi, sia lì sia altrove il numero dei casi è sceso. Potrebbe pertanto trattarsi di un picco e poi potremmo assistere un’inversione di tendenza nel numero di casi e decessi in gran parte dei paesi interessati, il che indica che il peggio probabilmente è passato; ciò non significa, tuttavia, che le misure di contenimento debbano essere revocate troppo rapidamente o troppo presto. Poiché prevalgono i rischi, il mondo potrebbe rimanere in isolamento per un altro paio di mesi. I titoli del comparto energetico e dei trasporti potrebbero dunque sottoperformare rispetto al resto per un bel po’.

Borse contrastate in Asia, dove Nikkei (+1,21%), Kospi (+0,69%) e ASX 200 (+1,23%) hanno fatto progressi, invece Hang Seng (-0,75%) e Composite di Shanghai (-0,26%) hanno chiuso in negativo.

Tuttavia, un denominatore comune incoraggiante è la flessione nell’ampiezza delle oscillazioni giornaliere. Iniziamo a vedere segnali di un calo delle apprensioni, alimentato dalla serie di dati economici diffusi di recente in tutto il mondo, risultati meno negativi di quanto previsto dagli analisti.

In Germania, a febbraio produzione e ordini industriali sono rimasti resilienti allo scoppio del coronavirus. In Giappone, gli ordini di macchinari “core” a febbraio sono saliti inaspettatamente del 2,3% su base mensile, rispetto al -2,7% previsto. E, negli USA, il dato Jolts sulle posizioni aperte è sceso da 7 a 6,8 milioni a febbraio, meglio dei 6,6 milioni stimati dagli analisti.

Ma potrebbero essere dati fuorvianti.

Gran parte delle economie, fatta eccezione per la Cina, all’inizio dell’anno era sulla via del miglioramento economico. I dati di febbraio riflettono quindi una tendenza che ormai appartiene al passato e che dovrebbe interrompersi all’improvviso alla fine di marzo; cifre più marcatamente negative dovrebbero iniziare a vedersi da aprile.

Nei prossimi mesi, comunque, il consolidamento sarà il tema chiave sul mercato, perché le attese di cifre economiche orribili sono state già ampiamente scontate sui prezzi degli asset di tutto il mondo e i dati superiori alle attese saranno l’unica bussola per gli investitori in cerca di segnali di ripresa. I mastodontici pacchetti di stimolo fiscale e monetario inizieranno lentamente ad avere effetto.

Uno dei rischi principali che questa settimana potrebbe scuotere la calma sul mercato è la riunione virtuale di giovedì fra Arabia Saudita e Russia. L’euforia per un potenziale taglio di 10-15 milioni di barili al giorno è stata digerita così rapidamente dal mercato che è lecito chiedersi se una riduzione di queste dimensioni sia sufficiente a stimolare una ripresa sostenibile dei prezzi del petrolio. Il WTI è rimbalzato dai $25 al barile, ma la tendenza positiva sembra perdere slancio in vista della decisione di giovedì. L’attesa che da Arabia Saudita e Russia arrivi un taglio inaspettato potrebbe contenere la picchiata del petrolio, ma se i trader affamati non troveranno pane per i loro denti, potrebbe esserci un brusco declino prima della chiusura settimanale dei mercati.

Sui mercati forex c’è poco movimento. L’EUR/USD spinge verso il livello a 1,10, livello intorno al quale orsi e tori combatteranno nei prossimi giorni. L’inversione positiva dei lunghi positivi sull’euro fa presagire un miglioramento del sentiment verso la moneta unica per la prima volta dal settembre 2018. Se a ciò si aggiunge la riduzione del differenziale fra i tassi, dopo i tagli ravvicinati da parte della Federal Reserve (Fed), l’EUR/USD ha il potenziale per consolidare ed estendere i guadagni oltre il livello a 1,10.

La sterlina trova richieste leggermente migliori contro il dollaro USA, perché la sostituzione temporanea ai vertici del governo dopo che Johnson è stato portato in terapia intensiva non ha provocato ansie nella politica britannica. S’intravedono comunque discrete offerte nei pressi del manico a 1,25, in vista della pubblicazione, giovedì, di una serie di dati economici importanti.

Il FTSE 100 si prepara a un avvio di seduta lievemente negativa sulla scia del calo dei prezzi del petrolio.

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