Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
I mercati stanno attraversando una fase di stallo; la mancanza di dati economici rilevanti ha anestetizzato gli investitori, che più che focalizzarsi sul calendario economico si stanno concentrando sugli sviluppi geopolitici internazionali. Ovviamente, come scriviamo da tempo, lo snodo cruciale è rappresentato dalla riforma fiscale statunitense, ma non trascuriamo anche i negoziati sulla Brexit che andranno a regolare i movimenti del Pound.
Le prospettive e il progresso della riforme fiscale stanno portando gli investitori ad interrogarsi sulle implicazioni a lungo termine dell’aspra battaglia intrapresa all’interno del Congresso e nel frattempo la curva dei rendimenti obbligazionari statunitensi continua ad appiattirsi.
Con la Fed proiettata all’ultimo aumento del tasso d’interesse (ovviamente per il 2017), i rendimenti dei titoli statali a più breve scadenza salgono ma lo stesso non si può dire delle scadenze più lunghe.
Tutto ciò ostacola l’apprezzamento del dollaro, che nelle ultime ore mostra una certa debolezza.
Sul fronte Brexit si guarderà con attenzione all'ultimo round David Davies (Regno Unito) e Michel Barnier (UE). Le dichiarazioni in un senso e nell’altro potranno determinare alta volatilità, pertanto occhio al Pound nei prossimi giorni. Nel frattempo, fronte Asia, durante la notte abbiamo visto come l'inflazione cinese sia salita un po’ più del previsto attestandosi al + 1,9% mentre il PPI si è spinto al + 6,9% (+ 6,6% il valore atteso, + 6,9% il precedente).
Facendo un passo indietro, Wall Street chiudeva la sessione di mercoledì con il Dow 6 punti oltre il record assoluto (ritoccandolo ulteriormente) e l’SP 500 a 2594 (+0,1). I mercati asiatici sono risultati contrastanti, ma segnaliamo la chiusura del Nikkei a -0,2% mentre i listini europei si mostrano cauti in queste prime ore di contrattazione.
Passando al valutario, come detto il dollaro è in lieve correzione contro tutte le majors, mentre la sterlina e lo yen registrano apprezzamenti diffusi.
Il Kiwi sta consolidando dopo i guadagni messi a segno la scorsa notte a seguito delle decisioni di politica monetaria della RBNZ.
Sul fronte materie prime la debolezza del biglietto verde ha aiutato l’oro a guadagnare circa 3 dollari (circa lo 0,3%) mentre l' argento guadagnava un + 0,7%.
Il Future Petrolio Brent, infine, sulla scia delle scorte si è stabilizzato a ridosso dei 57 dollari il barile.
Concludiamo dicendo che anche oggi non sono previsti market movers eclatanti.
Avremo esclusivamente le richieste settimanali di disoccupazione USA che dovrebbero attestarsi a 232.000 (dalle 229.000 precedenti).
Attenzione piuttosto al CHF perché nel pomeriggio parlerà il Presidente della SNB Thomas Jordan.