Ieri gli attacchi di Bruxelles hanno monopolizzato l’attenzione del mercato al punto che gli operatori sono rimasti immuni alla serie di dati economici pubblicati durante la giornata.
La moneta unica è stata oggetto di forti vendite, perché gli attentati hanno fatto aumentare l’incertezza, spingendo gli investitori a cercare asset considerati rifugi sicuri. In questo clima, l’Oro ha guadagnato circa l’1% e lo yen giapponese lo 0,65% contro il dollaro, il franco svizzero si è apprezzato lievemente contro l’euro, l’EUR/CHF ha ceduto lo 0,35%, scendendo a 1,0876. Tuttavia, come previsto, l’effetto degli attacchi è durato poco e gli investitori hanno liquidato rapidamente i rifugi sicuri. L’oro ha ceduto quasi il 2% rispetto ai massimi di ieri, l’USD/JPY si è portato sopra 112,20, rispetto al livello a 111,40, segnato martedì mattina.
É stata una giornata difficile per la sterlina, sotto forti pressioni al ribasso dopo gli attentati, perché gli investitori temono che questi eventi sostengano le ragioni di una Brexit. Le pressioni a vendere sulla sterlina si sono intensificate sull’onda della pubblicazione di dati economici deboli. L’IPC primario di febbraio si è attestato al +0,2% m/m, molto meno dello 0,4% previsto dal mercato, ma molto meglio della contrazione, pari allo 0,8%, del mese precedente.
All’avvio della seduta europea, la coppia GBP/USD è scesa a 1,4260 e ha continuato a indebolirsi durante la giornata, raggiungendo quota 1,4170 a fine seduta. A Tokyo, il cable ha annaspato, in attesa che gli operatori europei tornassero alle loro postazioni.
Per quanto riguarda le materie prime, metalli, Petrolio Greggio e Gas naturale hanno ceduto terreno. L’oro è sceso dell’1,10%, l’Argento è scivolato dell’1%, il Palladio dell’1% e il Platino dell’1,20%. Il greggio West Texas Intermediate ha ceduto l’1,13%, scendendo a 40,98 USD al barile, il suo omologo del Mar del Nord è calato dello 0,98% a 41,38 USD.
I contratti, più liquidi, sul minerale di Minerale di ferro fine 62% Fe CFR alla borsa di Dalian hanno ceduto circa il 2%, andando a pesare sul dollaro australiano.
A Sydney, l’AUD/USD è sceso dello 0,30% a 0,76. Tuttavia, nel medio termine la coppia si muove lateralmente, bloccata fra 0,7550 e 0,7680. Una violazione di questi livelli potrebbe dare avvio a un nuovo trend.
Sul mercato azionario, stamattina le piazze regionali asiatiche sono in diffuso calo, tranne gli indici della Cina continentale, che si muovono in territorio positivo.
L’indice composito di Shanghai è salito dello 0,35%, quello di Shenzhen, ad alto tasso di titoli tecnologici, dell’1,16%.
Anche i titoli giapponesi hanno ceduto terreno, il Nikkei e il Topix hanno ceduto rispettivamente lo 0,28% e lo 0,42%. In Europa, i future sugli indici azionari sono contrastati: il Footsie è in calo dello 0,22%, il CAC 40dello 0,14%, invece i titoli svizzeri e tedeschi si muovono in territorio positivo. Tuttavia, ci aspettiamo che i titoli europei recuperino le perdite di ieri, perché gli effetti degli attacchi di Bruxelles continuano ad affievolirsi.
Oggi gli operatori monitoreranno l’IPP in Spagna; l’IPC in Sudafrica; il sondaggio ZEW in Svizzera; le domande di mutui MBA, le vendite di nuove abitazioni, le scorte di greggio e il discorso in televisione di Bullard (Fed) negli USA; la bilancia delle partite correnti e gli investimenti diretti esteri in Brasile; la bilancia commerciale in Nuova Zelanda.