Sono previsti vari dati economici questa settimana, ma non ci saranno commenti della Fed. La banca ha cominciato infatti il periodo di “silenzio stampa”, fino al 14 dicembre, data della riunione del FOMC.
Penso che il dato importante di questa settimana sia quello di venerdì sulle aspettative sull’inflazione dell’Università del Michigan a un anno e a 3-5 anni; le stime sono rispettivamente del 4,9% e del 3%.
Anche il report di oggi sui servizi dell’ISM sarà fondamentale. Ci si aspetta una lettura di 53,3, in calo da 54,4 del mese scorso. Il report manifatturiero dell’ISM ha suggerito che l’economia va verso la recessione, e il dato sul settore dei servizi potrebbe confermare o smentire questa idea. Probabilmente servirà una lettura sotto 52 per segnalare la possibilità di una recessione.
Penso che, se avremo un report ISM più debole del previsto ed un report dell’Università del Michigan più forte, insieme alla solida crescita dei compensi nel report sull’occupazione di venerdì, ciò suggerirebbe che siamo entrati in un periodo di stagflazione. Un periodo di crescita economica in rallentamento, ma con compensi in salita e prezzi alti.
Aggiungiamoci il fatto che ci sono quasi 10,7 milioni di posti di lavoro disponibili e 6 milioni di disoccupati. Si capisce perché gli stipendi salgono e perché i consumatori si aspettano che l’inflazione sia più alta sul lungo termine.
Indice S&P 500
L’S&P 500 venerdì è sceso di oltre l’1%, è schizzato per colmare il gap, e poi ha chiuso in calo di appena 12 bps. Ora, a seconda di come si vogliono vedere le cose, l’S&P 500 si sta avvicinando alla grande linea di trend cominciata a gennaio, e dovrà chiudere sopra 4.150 per un breakout ufficiale.
O ha testato la linea di trend a 4.100 ed ha fallito. Come possono esserci due linee di trend tanto diverse? Il grafico superiore si basa sui massimi di chiusura, mentre quello inferiore sui massimi Intraday, e questo fa la differenza.
L’indice è salito alla linea di trend del massimo intraday a 4.100 ed ha fallito. Avrebbe potuto salire abbastanza da colmare il gap dal 13 settembre. Quindi anziché cercare di prevedere dove si dirigerà l’indice, vale la pena aspettare un giorno o due per capire cosa vuole fare. Ma l’istinto mi dice che non romperà la linea di trend di chiusura.
Questo perché penso che ci sia un pattern di inversione diamond sul grafico Intraday, che solitamente porta l’indice a tornare all’origine, cioè 3.950.
VIX
Inoltre, il VIX spot meno il contratto dei future VIX a 3 mesi è sceso a -5,78, e quest’anno, quando è sceso sotto -5, ha indicato una regione di market top, e quando scenderà sotto -5,7, suggerirà che ci troviamo ad un market top. Non che debba per forza succedere, ma in passato è stato così.
Nikkei
Intanto, il Nikkei è sceso negli ultimi giorni. È importante, perché se il Nikkei continuerà a scendere, sarebbe un indicatore negativo per il Dow Jones. Il Dow Jones si muove insieme al Nikkei da un po’, ed è la prima volta che divergono di recente.
Dow Jones
Inoltre, il Dow presenta un pattern di flag ascendente, e si tratta di un pattern di inversione bearish. Suggerirebbe che il Dow è vicino o ad un picco, ed una rottura di 33.500 segnalerebbe un’inversione del trend.
Energia
Intanto, l’Energy ETF (NYSE:XLE) si è discostato dal petrolio, e questa divergenza probabilmente non durerà molto. XLE ha formato un pattern di inversione diamond, segnale che potrebbe scendere a 78,50 dollari.
Goldman Sachs
Anche Goldman Sachs (NYSE:GS) ha formato un pattern di inversione diamond e, se dovesse andare come penso, potrebbe tornare al supporto a 352 dollari.
Exxon
Exxon Mobil (NYSE:XOM) presenta lo stesso pattern di inversione diamond di XLE e Goldman. Se confermato, probabilmente scenderà a 102 dollari.