- L’anno scorso i mercati azionari europei hanno sovraperformato l’S&P 500 di un margine significativo
- Il vincitore dell’anno è stato comunque il mercato latinoamericano, che ha beneficiato soprattutto della sua maggiore esposizione alle materie prime
- A patto che le condizioni macro restino le stesse, è probabile che il trend si mantenga anche nel 2023.
- 30-39: -1%
- 40-49: +9%
- 50-59: +19%
- 60-69:+8%
- 70-79: +6%
- 80-89: +17%
- 90-99: +18%
- 00-09: -1%
- 10-19: +14%
- 20-22: +8%
- Microsoft: -44%
- Apple: -57%
- Google: -56%
- Amazon: -45%
- Microsoft: +43%
- Apple: +82%
- Google: +31%
- Amazon: +76%
- Microsoft: -28%
- Apple: -26%
- Google: -39%
- Amazon: -50%
- FTSE MIB italiano: +6,22%
- CAC 40 francese: +5,98%
- Euro Stoxx 50: +5,91%
- Ibex 35 spagnolo: +5,74%
- DAX tedesco: +4,93%
- FTSE 100 britannico: +3,32%
- CSI 500 cinese: +2,82%
- Dow Jones Industrial Average: +1,16%
- S&P 500: +1,04%
- Nasdaq: +0,28%
- Nikkei giapponese: -0,46%
In un completo cambio di passo rispetto all’ultimo decennio, i mercati azionari europei, in generale, hanno battuto gli indici statunitensi con un margine considerevole nel 2022.
Una delle ragioni principali di questa tendenza è il fatto che alcuni indici europei hanno una maggiore esposizione alle banche (come nel caso di IBEX 35) e altri alle materie prime (come il britannico FTSE 100). Inoltre, in generale, la maggior parte degli indici è meno esposta al settore tecnologico e più a quello energetico.
Il tedesco Dax è stato uno dei migliori indici al mondo nell’ultimo trimestre del 2022, con un aumento del +15%, seguito dal Stoxx 600 che è salito del +9,5%. L’indice S&P 500 è invece salito di circa il +7%.
I titoli azionari dell’America Latina hanno registrato una performance ancora migliore. Infatti, il mercato della regione ha avuto un 2022 più forte rispetto alla maggior parte dei mercati azionari del mondo, perché questi mercati tendono ad avere un peso maggiore in settori come l’energia, i finanziari, i materiali e i beni di consumo.
Il rovescio della medaglia è che sono meno esposti ai settori della tecnologia e dei beni di consumo discrezionali.
Questo trend potrebbe continuare anche nel nuovo anno finanziario e, fintanto che le attuali condizioni macroeconomiche rimarranno inalterate, potremmo vedere i mercati azionari dell’America Latina e del Vecchio Continente sovraperformare Wall Street.
Dei fattori dell’S&P 500 che potrebbero sorprendervi
Sappiamo già che l’S&P 500 ha chiuso il 2022 con un forte calo. In effetti, il 2022 è stato l’anno peggiore dal 2008, con la crisi finanziaria globale, e se andiamo ancora più indietro, dal 1940, è stato l’anno peggiore, solo dopo il 1974, il 2002 e il 2008.
Quest’anno segna la fine dell’ultima serie rialzista, durata tre anni: 2019 (+31,5%), 2020 (+18,4%) e 2021 (+28,7%).
Naturalmente ci sono stati anche anni peggiori. I più recenti sono stati il 2008 (-37%), il 2002 (-22,1%) e il 1974 (-25,9%). E se diamo un’occhiata ai rendimenti del periodo 1929-1941, scopriamo che di questi tredici anni, nove sono stati negativi, alcuni con cali del -25%, -44% e -35%.
Ecco i dati sulla redditività per decennio:
In termini di massimi storici, negli ultimi anni abbiamo registrato un buon numero ogni anno, ma il 2022 è stato un anno di svolta anche per questo.
Molti investitori probabilmente pensano che vedere l’S&P 500 muoversi del 10% al rialzo o al ribasso non sia molto comune. Dal 1950, ciò si è verificato in 51 anni, di cui 39 al rialzo e 12 al ribasso, ossia quasi il 70% delle volte.
4 grandi aziende tecnologiche nelle ultime 3 recessioni
Analizziamo il comportamento di 4 grandi aziende tecnologiche come Microsoft (NASDAQ:MSFT), Apple (NASDAQ:AAPL), Google (NASDAQ:GOOGL) e Amazon (NASDAQ:AMZN) nelle ultime tre recessioni.
Il 2022 è incluso perché, secondo la definizione ufficiale di recessione, è stato raggiunto. Tuttavia, il National Bureau of Economic Research (NBER) ritiene che la recessione si verificherà nel 2023, poiché questa organizzazione ha criteri più ampi da soddisfare per definirla tale.
Ritorni nel 2008:
nel 2020:
e nel 2022:
Il 2020 è stato un anno particolare in quanto i lockdown causati dalla pandemia hanno aumentato fortemente la domanda di servizi online per scopi professionali, personali e di svago.
Sentiment degli investitori
Il sentiment rialzista, vale a dire le aspettative di rialzo dei prezzi delle azioni nei prossimi sei mesi, è sceso di 6 punti percentuali al 20,5% e rimane al di sotto della sua media storica del 37,5%. È la seconda volta in tre settimane che il sentiment rialzista si attesta sui 60 punti percentuali dall’inizio del sondaggio nel 1987.
Il sentimento ribassista, ossia le aspettative di un calo dei prezzi delle azioni nei prossimi sei mesi, si attesta al 42% e rimane al di sopra della sua media storica del 31%.
Ecco la classifica delle principali borse finora nel 2023:
Nota: L’autore non possiede nessuno dei titoli menzionati nel presente articolo.