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Panoramica mercati - settimana 10 ottobre

Pubblicato 10.10.2016, 08:11
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Neanche i dati leggermente sotto le attese sulla occupazione Usa smuovono più di tanto i principali indici, che rimangono ancora ingessati in una stretta banda di oscillazione da 3 mesi, e sostanzialmente fermi da 3 settimane.

I movimenti più rilevanti sono altrove, con il flash crash della sterlina (poi parzialmente recuperato) e con le forti vendite sui metalli preziosi, con un pattern che mette a dura prova le velleità rialziste di Oro e compagni; degno di nota anche il forte arretramento dell’immobiliare, correlato ai rendimenti obbligazionari delle scadenze più lunghe.

Ora è chiaro che questa fase di compressione e di stallo sugli indici è destinata ad una qualche esplosione più direzionale, ma non vi sono a priori grandi indizi per preferire una direzione o l’altra.

In queste fasi di mercato credo sia bene non agitarsi troppo, ed attendere pazientemente che livelli più rilevanti vengano interessati dai prezzi.


World Index: uno sguardo d’insieme con sotto il grafico dell’ETF che segue l’indice azionario MSCI All Country (mix di sviluppati ed emergenti). Chiara la fase di compressione dei prezzi di cui si parlava sopra. Pochi movimenti ma per ora nessun segnale di allarme, con i prezzi sopra alle medie mobili e dentro la trendline rialzista che parte dai minimi di inizio anno.


Un secondo sguardo di insieme all’immobiliare, con un ETF che segue l’indice dei mercati sviluppati. Un brusco calo di circa il 5% in settimana, con prezzi in rapido indietreggiamento dopo i recenti massimi. I prezzi ora sono sui primi supporti rilevanti: possibile qualche rimbalzo, ma con situazione grafica complessiva che mostra primi segnali di deterioramento della lunga fase rialzista.

USA: l’attenzione è naturalmente più rivolta alle elezioni dell’8 Novembre, con S&P500 poco mosso. 2110 rimane il primo supporto, area 2200 una possibile area di resistenza, quantomeno psicologica in prima battuta. I dati sulla occupazione hanno mostrato una crescita degli occupati ma sotto le attese, con tasso di disoccupazione in leggera risalita a 5% (da 4,9%). Poca sorpresa per muovere gli indici

Europa: dati macro misti in Europa, con indici PMI Manifatturiero positivo e sopra le attese a totale Eurozona, grazie in particolare a Italia e Spagna. Stabile la Germania (54,3), Francia in recupero ma ancora sotto la soglia dei 50 punti (49,7)


Meno incoraggianti i dati delle vendite al dettaglio, che mostrano ancora una crescita sul mese (+0,6%), ma con dinamica di deciso rallentamento della stessa.


Poco mossi gli indici zona euro, da segnalare il test del precedente massimo storico per l’indice UK, in concomitanza di una ulteriore svalutazione della sterlina. Se si crede in un proseguimento di questo trend l’ETF da monitorare ha codice UKEUBK, che segue MSCI UK coperto dal cambio EUR/GBP (hedged)

Italia: chiusura invariata verso la settimana precedente e candela settimanale che non dà nuove indicazioni. Il supporto dei 16.000 è minacciato ma non toccato, ma si rimane anche lontani dalla prima resistenza di 17.000/17.300. Il mio scenario preferito rimane quantomeno un re-test di area 15.000: se lo scenario è valido, eventuali rialzi nel breve (attenzione anche fino a 18.000, resistenza principale di medio periodo) appaiono come opportunità di alleggerimento/short. Almeno finché il trend primario rimane orientato al ribasso, come nel caso.

Asia: chiusa in settimana la borsa di Shanghai, la migliore performance è del Nikkei, in rialzo del 2,5%. Per ora nessuna nuova indicazione: sulla tenuta di 16.200, forte area di supporto di breve, possibile quantomeno un nuovo test dell’area delle resistenze (tra 17.150 e 17.600)

America Latina: il Brasile rimane l’indice mondiale con il trend rialzista più determinato, e l’unico a nuovi massimi dell’anno. Ora prezzi in prossimità della resistenza principale di medio periodo, in area 62.000


Materie Prime: spiccano le vendite sui metalli preziosi, tutte pesantemente colpite: dall’Oro (-4,9%) all’Argento (-8,7%), ma anche Platino e Palladio, con cali attorno al -7%. Sull’Oro abbandonati in settimana due importanti livelli di supporto, area 1300 prima e 1260 poi. Il potenziale super trend rialzista non c’è più, presto per capire cosa viene ora. Area 1220 sembra l’ultimo livello valido per mantenere attive possibilità di ulteriori recuperi, e 1300 ora una prima area di resistenza al rialzo.

Petrolio Greggio: con le scorte ancora in forte contrazione e sulla scia del possibile accordo Opec della scorsa settimana, i prezzi trovano la forza per un ulteriore rialzo. Superati di nuovo in settimana i 50$, chiusura appena sotto. Per ora livelli invariati, rimane valida l’idea operativa di intervento in controtendenza dagli estremi di questa possibile fase di trading range.

EUR-GBP: arriva a perdere fino al 6% la sterlina nella notte tra giovedì e venerdì. Si discute se l’eccesso sia stato un errore tecnico (ordine errato in un momento di bassa liquidità) o una sequenza di stop saltati dopo la rottura rialzista dei precedenti massimi. Eccesso parzialmente rientrato, ma rimane un trend di forte svalutazione della sterlina. In un contesto di nervosismo istituzionale in aumento tra Europa e UK sulla negoziazione dopo l’annuncio Brexit.

Riccardo Zarfati
onehourtrading.it

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