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Petrolio: 3 dettagli su prezzo e produzione 2022 dal sondaggio della Fed di Dallas

Pubblicato 06.01.2022, 14:27
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 6 gennaio 2022

Alla fine di dicembre, la Federal Reserve Bank di Dallas ha pubblicato i risultati del suo sondaggio sull’energia del quarto trimestre, che comprendeva i dati raccolti nel periodo 8-16 dicembre da 90 aziende di esplorazione e produzione e 40 aziende di servizi petroliferi.

Crude Oil WTI Weekly Chart

Ecco alcune indicazioni emerse dal sondaggio e cosa implicano per il futuro della produzione petrolifera USA e dei prezzi del greggio.

1. I costi di produzione sono alle stelle

È stato il terzo trimestre di fila in cui i costi della produzione sono aumentati. Tuttavia, va notato che il tasso di aumento del Q4 è stato il più rapido dei cinque anni in cui è stato condotto il sondaggio.

Le aziende hanno riportato aumenti dei costi in generale, compresi esplorazione e sviluppo, spese operative e personale. In effetti, l’aumento dei costi è emerso visibilmente nella sezione commenti e i dirigenti si aspettano che le difficoltà nella produzione e l’inflazione avranno un impatto sulla trivellazione e sul completamento dei pozzi nel 2022. I dirigenti hanno parlato anche della carenza di lavoratori e della difficoltà di trovare personale qualificato come fattori che limiteranno la produzione.

L’inflazione sta chiaramente giocando un ruolo nell’aumento dei costi della produzione petrolifera e questi costi probabilmente saranno trasmessi ai consumatori. Anche se le spese non dovessero continuare ad aumentare, probabilmente resteranno elevate e contribuiranno a mantenere una rete di protezione sotto i prezzi del petrolio. È anche possibile che l’aumento dei costi limiti la crescita della produzione nel 2022.

2. Le previsioni sui prezzi sono lievemente più alte

132 dirigenti hanno dato la loro previsione sul prezzo WTI per la fine del 2022. Il prezzo medio è di 74,69 dollari al barile. Il 74% degli intervistati pensa che i prezzi del WTI saranno nel range dei 70-85 dollari al barile entro la fine del 2022.

Tuttavia, le aziende hanno reso noto che, nel pianificare le spese in conto capitale per il 2022, hanno basato i loro calcoli su un prezzo medio del WTI di appena 64 dollari al barile. Queste previsioni di prezzo sono meno ottimistiche di quelle di molte importanti banche, come Goldman Sachs, Citibank e Morgan Stanley, che stimano un aumento del prezzo al range di 80-90 dollari nel 2022.

È importante capire queste previsioni all’interno del loro contesto. Di recente, il trend è che le banche sovrastimino i prezzi del petrolio mentre le aziende petrolifere statunitensi tendono a fare il contrario. Ad esempio, gli intervistati del sondaggio del Q3, (condotto nel periodo 15–23 settembre 2021, quando il prezzo spot era di circa 72 dollari al barile), indicavano un prezzo medio del WTI per fine 2021 di 69,99 dollari al barile.

In effetti, il prezzo del WTI il 30 dicembre 2021 ha finito per essere pari a 76,99 dollari al barile. Invece, ad ottobre, molte delle grandi banche credevano che il prezzo del Brent avrebbe toccato i 90 dollari al barile nel dicembre 2021. Ovviamente, non è stato così e le banche erano state troppo ottimiste.

Le aziende petrolifere, soprattutto quelle negli Stati Uniti, tendono a sottostimare i prezzi dei future perché la loro esperienza recente è stata di prezzi bassissimi. Molte aziende sono rimaste traumatizzate dal lungo periodo di prezzi bassi cominciato nel 2015 e sono state particolarmente colpite dal collasso del WTI nella primavera del 2020.

Di conseguenza, probabilmente è per questo che le aziende sono super-conservatrici e investono meno in spese in conto capitale, considerato dove è possibile che scendano i prezzi nel 2022.

3. La crescita della produzione è una priorità, soprattutto per le aziende piccole

Nonostante l’aumento dei costi, la carenza di lavoratori, l’incertezza normativa e la mancanza di capitali dagli istituti finanziari, quasi il 50% delle aziende ha messo la crescita della produzione in cima alla lista delle priorità per il 2022. Tuttavia, ciò non significa che i trader dovrebbero necessariamente aspettarsi forti rimbalzi della produzione statunitense totale nel 2022.

Le aziende più piccole (quelle che, per il sondaggio, producono meno di 10.000 bpd) hanno definito in modo schiacciante la crescita della produzione il loro principale obiettivo, mentre le grandi aziende (che producono più di 10.000 bpd) avranno probabilmente come primo obiettivo nel 2022 quello di ridurre il debito. Dal momento che queste aziende sono molto piccole, anche se dovessero raddoppiare la loro capacità di produzione nel 2022, la quantità difficilmente avrà un grosso impatto nel quadro più ampio della produzione statunitense nel 2022.

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