- Una serie di fattori potrebbe spingere la Fed ad aumenti dei tassi più bruschi
- I rendimenti vicino ai massimi di tre anni suggeriscono un possibile mercato ribassista in arrivo
I trader avranno molto da seguire questa settimana, con una serie di vari e complessi fattori che probabilmente colpiranno i mercati in modi potenzialmente conflittuali.
Mentre continua l’attacco russo in Ucraina, venerdì sarà pubblicato il seguitissimo report sull’occupazione USA di marzo. Se dovesse mostrare condizioni tese, aumenteranno le aspettative che il prossimo aumento dei tassi della Fed sarà di mezzo punto percentuale. L’occupazione totale creerà pressioni rialziste sui compensi.
Dei compensi più alti aumenteranno inoltre la domanda, facendo salire i costi nonostante l’indice IPC USA sia già al massimo di oltre quattro anni. Un altro fattore inflazionario, i prezzi del petrolio che stanno salendo, potrebbe far accelerare ulteriormente l’inflazione. Il prezzo del petrolio è già al massimo dall’aprile 2011 ed appena lo 0,04% al di sotto dei livelli più elevati dal 2008.
Gli acquisti sul calo fanno salire i mercati in chiusura della settimana
Venerdì, i mercati statunitensi hanno chiuso la settimana con una seduta altalenante. La maggior parte degli indici è salita quando sono arrivati gli acquisti sul calo.
L’S&P 500 è salito dello 0,51% sulla giornata. Gli energetici hanno avuto una performance superiore, con +2,19% venerdì, replicando i volatili prezzi del petrolio. La seconda performance migliore della giornata è stata quelle delle utenze energetiche, +1,45%. Dall’inizio della crisi russo-ucraina, questo settore difensivo sta dando risultati superiori. I restanti settori ciclici risultano oltre un intero punto percentuale in meno degli energetici. Tech e beni di consumo voluttuari sono stati gli unici settori in rosso venerdì.
Nell’ultimo giorno di scambi della scorsa settimana, il Dow Jones è salito dello 0,44%. Al contrario, NASDAQ 100 e Russell 2000 hanno chiuso in discesa, giù di meno dello 0,1%.
Sulla settimana, l’S&P 500 è balzato dell’1,79%, grazie soprattutto al settore energetico che ha segnato +6,59%. I materiali registrano +3,7% rispecchiando l’aumento del costo delle materie prime. Il settore sanitario e quello immobiliare sono stati gli unici due in rosso su base settimanale, rispettivamente con -0,52% e -0,21%.
Il riferimento USA è salito al massimo dal picco del 9 febbraio venerdì, fermandosi alla resistenza della DMA su 100. L’S&P 500 aveva precedentemente incrociato sopra le DMA su 50 e 200, una mossa rialzista.
I rendimenti, compreso quello dei bond a 10 anni, hanno superato il 2% la scorsa settimana. Il rendimento dei Treasury di riferimento ha ora raggiunto il nostro obiettivo iniziale ed è a metà strada dal nostro obiettivo secondario, circa il 3%.
Il dollaro ha chiuso invariato venerdì ma è salito sulla settimana, estendendo il rally alla quarta settimana su cinque.
Il biglietto verde continua ad essere scambiato in un range leggermente discendente, presumibilmente una flag discendente, rialzista dopo il pattern di continuazione testa e spalle.
I rendimenti dei Treasury in netto rialzo suggeriscono che gli investitori si preparano a tassi di interesse più alti, il che potrebbe dimostrarsi essere una profezia auto-avverante. Dato che i rendimenti hanno una correlazione negativa con i titoli azionari, prevediamo che l’S&P 500 ed il Dow Jones si uniscano presto al NASDAQ ed al Russell 2000 in un mercato ribassista.
L’oro è sceso dello 0,41% venerdì ma è in rialzo dell’1,29% sulla settimana.
Tori e orsi dei metalli preziosi se lo stanno contendendo, con il metallo giallo che ha sviluppato un apice testa e spalle di sei settimane dopo aver completato un triangolo simmetrico rialzista di 18 mesi, il cui obiettivo implicito si è realizzato.
Il Bitcoin sabato è salito per il quinto giorno di fila, spingendosi verso i 45.000 dollari per la prima volta dal 4 gennaio. Le voci che circolano sul mercato delle cripto suggeriscono che Terra Foundation, che si focalizza sulla stablecoin UST, starebbe accumulando il principale token digitale come ulteriore livello di sicurezza per la sua criptovaluta ancorata al dollaro.
Tuttavia, nonostante i fondamentali, il prezzo del BTC è arrivato ad un punto morto esattamente sotto il vertice del triangolo simmetrico, considerato ribassista dopo l’apice testa e spalle. Notiamo che la resistenza si trova al di sotto della linea del collo del pattern di inversione. Il volume si sta riducendo con lo sviluppo del pattern. Di conseguenza, nonostante le notizie positive, confermiamo la nostra opinione ribassista ormai da mesi.
Un altro possibile fattore fondamentale per l’attuale ascesa del Bitcoin: la Russia potrebbe diventare un altro paese che userà il Bitcoin come valuta in corso legale, in quanto sta pensando di accettarlo come forma di pagamento per le esportazioni.
Il petrolio è schizzato dell’8,79% sulla settimana, riducendo la maggior parte di un calo di due settimane.
Tecnicamente, il rally del mese scorso è stato legato alla diminuzione del volume, suggerendo un indebolimento della domanda. Un calo sotto 93,63 dollari al barile stabilirà un trend in discesa.