I venti di guerra in Ucraina si abbattono sulle borse e spaventano i mercati: l’accelerazione alla crisi data da Vladimir Putin, intenzionato ad annettere il Donbass sfidando Stati Uniti ed Europa, non lascia indifferenti le principali piazze mondiali ed è proprio la borsa russa che sembra avere la peggio.
Il MOEX, principale indice nazionale, perde in questo momento 5 punti percentuali e, con un calo di 20 punti nell’ultima settimana, si sta avvicinando ai minimi toccati in occasione del crollo dovuto alla pandemia del marzo 2020.
A subire le notizie provenienti dal Donbass sono soprattutto le aziende che traggono meno benefici dalle tensioni internazionali come Gruppa LSR, società di costruzioni, che lascia sul piatto quasi il 10%, e Rossiyskiye Seti PAO, azienda attiva nel settore elettrico, che perde più del 7%.
Specularmente, però, la situazione sorride alle società impegnate nelle esportazioni energetiche quali Tatneft e Gazprom che avanzano di quasi 5 punti sulla scia del potere di ricatto che la Federazione sembra poter avere sull’Europa, mai come in queste ore apparsa fragile di fronte alla necessità di alimentare la propria ripresa soprattutto con il gas proveniente da Mosca.
L’incertezza si riflette anche sul mercato dei cambi: il dollaro americano è ai massimi rispetto al rublo e nell’ultima settimana, alla luce dell’incertezza sul destino dell’Ucraina, si è apprezzato quasi del 7%.
Se Mosca mostra i muscoli e le armi, infatti, Stati Uniti ed Europa stanno agitando lo spettro delle sanzioni economiche quale deterrente al conflitto.
Le restrizioni, probabile conseguenza nel caso in cui la situazione non dovesse cambiare, non solo si limiterebbero alle riduzioni delle importazioni di materie prime ma, soprattutto, si indirizzerebbero verso lo stop agli investimenti di capitali.
Capitali di cui la Russia ha decisamente bisogno per completare il processo evolutivo da Paese basato sull’export di materie prime ad economia terziarizzata più simile all’Occidente.
A proposito dell’oro nero, il prezzo del petrolio in queste ore è in rialzo di quasi 5 punti percentuali sulla scia dell’incertezza circa le iniziative di Putin che potrebbero portare il Cremlino a limitare le sue esportazioni pur di mettere in difficoltà Europa e Stati Uniti.
E il resto del Mondo?
Le notizie dal fronte ucraino non sono state accolte con gioia dalle piazze asiatiche che hanno chiuso in forte calo: Shanghai ha lasciato sul piatto l’1%, Tokyo l’1,71% e l’Hang Seng di Hong Kong il 2,69%.
Le borse europee hanno aperto in territorio negativo e nella mattinata le perdite hanno sfiorato in alcuni casi l’1% nell’attesa che anche i principali listini americani avviino le contrattazioni.