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Dovremmo avere un rally verso la fine dell'anno? Questa è la tendenza storica stagionale del mercato.
Tutto è andato verso questa direzione durante l'anno: abbiamo registrato la forza stagionale all'inizio del 2023, quando il Nasdaq ha registrato oltre il 20% di performance positiva e sancendo così quel rally come la prima metà dell'anno migliore di sempre, e poi è arrivata la tipica "debolezza" del terzo trimestre, che non sarebbe potuta essere più "fisiologica".
"Ora" dovremmo trovarci nel fatidico momento in cui le azioni iniziano un nuovo rialzo, almeno così dovrebbe essere.
Ma andiamo per gradi.
Mentre il mercato si avvicina agli ultimi giorni di ottobre, il calo medio dei singoli componenti dell'S&P 500 dai massimi di luglio è del -9,9%, ma molte azioni sono scese anche di più. Mentre un titolo su cinque (1/5) dell'indice USA ha avuto un trend rialzista durante questo periodo, 81 azioni sono scese del 20% in sù, mentre 166 titoli sono scesi tra il 10% e il 20%.
In termini settoriali, i guadagni medi maggiori li ritroviamo in quello energetico con un +5,4% (anche il settore comunicazione, finanziario e tech hanno resistito relativamente rispetto all'indice stesso). Il grafico in basso infatti mostra il settore energia come l'unico in cui più di un terzo dei componenti è in rialzo.
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Chi pensava che l'inflazione sarebbe andata via non avrebbe "scommesso" più su questo settore ma "secondo" il mercato obbligazionario, le pressioni inflazionistiche sono probabilmente solo agli inizi. Infatti se diamo un'occhiata ai titoli del Tesoro aggiustati all'inflazione (TIP) rapportati con i rendimenti nominali (7-10 anni) noteremo nuovi massimi annuali, che rappresentano le aspettative di inflazione del mercato obbligazionario
E aggiungendo al rapporto l'andamento del greggio possiamo vedere come l'aspettative inflazionistiche dell'obbligazionario abbiano una correlazione positiva con il greggio.
Di Conseguenza, il vero rally rialzista (pluriennale) potrebbe essere ancora delle materie prime rispetto all'azionario? Infatti, come ben sappiamo, i trend rialzisti delle materie prime storicamente durano più di un decennio (con la partecipazione del Gold).
Parlando di materie prime, non possiamo non parlare del Gold che ha continuato il rialzo della scorsa settimana, segnando la migliore performance di due settimane (in oltre tre anni). Sta tornando sugli stessi livelli di maggio, sorretto dalla media 50 giorni, sopra i $2.000 che rappresentano l’ultimo ostacolo prima di toccare i massimi storici (a $2.090). Molti non "credono" nel metallo giallo, poiché ha fallito per tre volte il breakout in area $2090 partendo dal post-pandemia (agosto 2020, marzo 2022, maggio 2023).
Il quarto tentativo potrebbe essere la spinta giusta per il prossimo rally?
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".