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Il Congresso americano, che sappiamo essere controllato totalmente dai Repubblicani, è giunto al sospirato accordo che metterà la parola fine al blocco delle attività amministrative (shutdown). La reazione sui mercati azionari non si è fatta attendere, i tori evidentemente non aspettavano altro ed ecco che la pressione d’acquisto sull’equity è nuovamente schizzata alle stelle.
La notizia ha provocato una spinta al rialzo e una riduzione della volatilità sulle opzioni dell’indice di riferimento, lo S&P 500. Al momento è tutto risolto, almeno per un paio di settimane ovvero sino alla scadenza della proroga fissata per l’8 Febbraio. Di contro dobbiamo dire che tale euforia non ha minimamente riguardato il comparto obbligazionario, tant’è che i rendimenti stanno calando. Ci si poteva aspettare un deprezzamento del Dollaro, invece è interessante notare una ripresa delle quotazioni.
Nel mentre la riunione di politica monetaria della Banca del Giappone è passata senza colpo ferire. Nessuna variazione dei tassi che restano ai minimi, ovvero -0,1%, idem per la curva dei rendimenti (intorno allo zero sul rendimento del JGB a 10 anni) mentre le aspettative d'inflazione restano immutate. La BoJ è consapevole del fatto che lo yen si è rafforzato sull'aspettativa di possibili manovre verso una politica monetaria più restrittiva (vista anche la recente riduzione nell’acquisto di asset), ma a questo punto è probabile attendersi toni accomodanti nei prossimi mesi.
Wall Street ha ripreso a correre, con l’SP 500 tornato bruscamente sui massimi storici: + 0,8% a 2833 punti, con chiusura a ridosso dei massimi della sessione. Questa prova di forza si è riversata anche sui mercati asiatici, che hanno messo a segno ampi guadagni (Nikkei + 1,3%) e anche in Europa gli indici hanno aperto in territorio positivo con il DAX che strizza l’occhiolino ai suoi massimi storici. Sul valutario il rimbalzo del dollaro in apertura di sessione europea sta portando il biglietto verde a ovraperformare rispetto alle altre majors, mentre la valuta più debole è l’Australiano. Sul comparto delle materie c’è un oro in gran forma che nonostante l’apprezzamento del Dollaro porta a casa un rialzo di circa $ 3, mentre il petrolio guadagna circa mezzo punto percentuale.
Sul fronte macro economico si partirà con l’indebitamento netto del settore pubblico (ore 10:30), che dovrebbe mostrarci un dato pari a + £ 4,4 miliardi (leggermente superiore al precedente, + £ 4,2 miliardi a dicembre), mentre il Sentiment Economico tedesco ZEW è atteso per le ore 11 e dovrebbe migliorare leggermente portandosi a +17,8 (dal 17,4 precedente). La fiducia dei consumatori dell'Eurozona verrà rilasciata alle ore 16, anch’essa attesa in miglioramento a +0,6 (da +0,5 del mese scorso), che potrebbe confermare il livello più alto registrato da gennaio 2001. L' indice di produzione della Fed di Richmond è uscirà contemporaneamente e dovrebbe calare leggermente a +19 (da +20) ma rimanere sui massimi pluriennali.