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Un coltello nell’acqua

Pubblicato 12.03.2020, 11:25
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

I future sui listini azionari USA cedono più del 4% dopo che il Dow ha chiuso in calo del 5,86% a New York, perché il discorso alla nazione di Donald Trump non ha soddisfatto le attese degli investitori. Trump ha sospeso i voli per l’Europa per i prossimi 30 giorni – colpendo ulteriormente l’industria dei trasporti – e ha annunciato sgravi fiscali per chi subisce le conseguenze del virus, promettendo di “fornire capitali e liquidità” alle piccole imprese. Non è entrato nel dettaglio circa i tagli delle imposte sulle retribuzioni.

Nel frattempo, l’OMS ha dichiarato che il coronavirus è una pandemia globale.

Come ha detto Trump, “questa non è una crisi finanziaria”, ma sta per diventare uno dei collassi economici più gravi che abbiamo vissuto negli ultimi decenni e, purtroppo, le armi che abbiamo a disposizione per combattere una crisi finanziaria normale non sembrano funzionare in questa particolare situazione. Questo perché le misure finanziarie proposte mirano a stimolare l’attività in una fase in cui le aziende limitano le operazioni per evitare ulteriori contagi. Non siamo quindi sicuri che le aziende trarrebbero davvero benefici dalle massicce misure monetarie spiegate dalle banche centrali prese dal panico. I prestiti a buon mercato non sono chiaramente la risposta al problema specifico che abbiamo di fronte oggi. Tagli massicci del tasso hanno l’effetto di un coltello nell’acqua. Pare che sfoderare l’artiglieria pesante non serva a molto, se non restringere la capacità delle banche centrali di gestire la crisi quando arriverà il momento giusto. Ecco perché, nel breve termine, i pacchetti fiscali sono più sensati per contenere il panico, e le azioni intraprese finora su questo fronte non soddisfano gli investitori.

A Sydney, la borsa è affondata più del 7%, mentre Nikkei e Hang Seng sono crollati rispettivamente del 4,41% e del 3,38%. Il WTI è precipitato più del 5%, a $30 al barile.

La correlazione negativa fra oro e asset rischiosi si è interrotta di nuovo. Nella seduta di trading overnight, l’oro non ha fornito protezione agli investitori e il prezzo di un’oncia è scivolato a $1630.

Il FTSE 100 si prepara a una flessione marcata in apertura; l’indice ad alto tasso di titoli tecnologici potrebbe testare al ribasso i 5500 punti, anche se mercoledì il Regno Unito era stato stordito da un cocktail potente di stimoli monetari e fiscali. La sterlina è scesa dopo che la Banca d’Inghilterra (BoE) ha tagliato il tasso d’interesse di 50 punti base e ha annunciato un pacchetto fiscale da 30 miliardi per incentivare le banche a concedere più prestiti. L’annuncio di un pacchetto fiscale da 30 miliardi di sterline per combattere lo shock da coronavirus sull’economia ha migliorato il sentiment per la sterlina, migliorando le prospettive di crescita e spesa. Il cable, però, ha testato due volte il supporto a 1,28; il terzo tentativo potrebbe andare a buon fine e incoraggiare un ulteriore calo verso la media mobile a 200 giorni (1,2720). A margine, segnaliamo che gli investitori non hanno ottenuto lumi su come Johnson intenda assicurare una Brexit morbida, dal momento che le misure per combattere il coronavirus sono state in primo piano nel comunicato di ieri.

Oggi la presidente della Banca Centrale Europea (BCE) Christine Lagarde svelerà i suoi piani per combattere il rallentamento economico dovuto al coronavirus nell’Eurozona. Le misure potrebbero includere un taglio del tasso di 10 punti base, un incremento del tetto sull’emissione di titoli nell’ambito del programma di acquisto titoli, lo spiegamento di liquidità mirata a tassi inferiori al tasso di rifinanziamento principale e l’espansione dei prestiti a tassi negativi di lungo termine per le piccole e medie imprese e le famiglie per aiutarle ad affrontare il prosciugarsi della liquidità e per dare una spinta all’attività fiacca. L’euro è scivolato a 1,1250 contro il dollaro USA e probabilmente rimarrà sotto pressione in vista della decisione della BCE.

D’altro canto, Lagarde ha ribadito che gli sforzi concertati delle banche centrali avranno un impatto significativo solo se i governi agiranno insieme. Il suo predecessore Mario Draghi non era riuscito ad ottenere che i governi europei sostenessero la BCE con misure fiscali adeguate, ma questa volta le cose potrebbero cambiare. I funzionari dei paesi colpiti dall’epidemia di coronavirus si sono già messi al lavoro. Non valgono più le misure di austerità dell’ultimo decennio e i paesi dell’UE stanno valutando un intervento coordinato. La Francia ha dichiarato lo stato di “forza maggiore” e l’Italia ha annunciato un pacchetto da 25 miliardi di euro per aiutare l’economia a combattere il virus.

Ciò di cui la BCE ha veramente bisogno è il sostegno dei tedeschi. Finora Berlino è rimasta in silenzio, suggerendo che un convinto supporto tedesco potrebbe non arrivare così facilmente, se il virus non minaccerà anche la Germania.

Infine, a febbraio, negli USA l’inflazione è scesa al 2,3% dal 2,5% registrato il mese precedente. Il calo dell’inflazione non ha significato granché per gli investitori, che mettono in conto un altro sostanzioso intervento sui tassi alla riunione del FOMC della prossima settimana, indipendentemente dai dati economici. La richiesta di dollari è rimasta debole.

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