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USD in calo dopo il comunicato accomodante del FOMC

Pubblicato 28.07.2016, 10:44
Aggiornato 31.08.2022, 18:00

Il dollaro USA si è indebolito contro gran parte delle valute G10, sebbene il FOMC abbia ritoccato in positivo il testo del comunicato. La Fed ha scritto che, “nel breve termine, sono diminuiti i rischi per le prospettive economiche,” fornendo anche una valutazione migliore del mercato occupazionale dopo i forti dati sulle buste paga di giugno. Nel complesso, fatto salvo il miglioramento dei “rischi di breve termine”, a nostro avviso legato esclusivamente alla Brexit, ci sono stati solo piccoli ritocchi che il mercato ha interpretato come un segnale negativo, vendendo il dollaro.

Il biglietto verde ha ceduto l’1,20% contro lo yen giapponese, scendendo a 104,50, nonostante il piano del governo giapponese di intervenire con stimoli fiscali per 265 mila miliardi di USD. Le aspettative di forti stimoli monetari dalla BoJ sono molto elevate. Di conseguenza, è altrettanto alto il rischio che la BoJ deluda, non fornendo stimoli all’altezza delle attese. Sembra, infatti, che, qualsiasi cosa farà la BoJ, comunque non sarà abbastanza e che lo JPY riprenderà il suo rally. Nel breve termine, però, gli operatori acquistano una protezione in prospettiva di un rialzo dell’USD/JPY, infatti l’inversione di rischio settimanale delta-25 è passata in territorio positivo – per la prima volta dallo scorso aprile – suggerendo che i partecipanti al mercato si aspettano che la BoJ intervenga. In un’ottica di lungo termine, i rischi al ribasso rimangono la paura prevalente, l’indice sull’inversione di rischio a 1, 3 e 6 mesi rimane, infatti, sotto la soglia neutrale.

Giovedì le valute legate alle materie prime hanno compiuto un rimbalzo, perché gli investitori hanno iniziato a cercare divise dai rendimenti più elevati dopo il deludente comunicato del FOMC. Il dollaro australiano ha tratto vantaggio dalla debolezza del biglietto verde, salendo dello 0,48% e portandosi a 0,7525.

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Anche il dollaro neozelandese ha trovato richieste migliori, la coppia NZD/USD è balzata dello 0,36%, a 0,71, ma sta ancora cercando di violare al rialzo la resistenza a 0,7095 (38,2% di Fibonacci sulla svalutazione di luglio).

Sul mercato azionario, gran parte delle borse regionali asiatiche si è mossa in territorio negativo, il Nikkei giapponese ha ceduto l’1,13%. Nella Cina continentale, i rendimenti azionari sono stati piuttosto contrastati, l’indice composito di Shanghai ha chiuso in positivo, quello di Shenzhen in negativo. Sulle piazze offshore, l’Hang Seng di Hong Kong ha ceduto lo 0,31%. In Europa, i future sono negativi, perché gli investitori hanno acquistato metalli preziosi.

Oggi gli operatori monitoreranno il tasso di disoccupazione in Spagna, Svezia, Germania e Sudafrica; la fiducia dei consumatori nell’Eurozona; il rapporto sull’inflazione in Germania e Brasile.

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