Martedì 20 Novembre
I venditori rimangono in controllo sulle piazze globali con il mondo del corporate credit che si confermain difficoltàe incapace di mostrare quella resilienza che gli aveva permesso di limitare i danni finora nel 2018. Soffre anche il BTPdi fronte alla carenza diappetito per la carta governativa italiana che sembraemergeredalla quotazione inessere del BTP Italia. Oggi torneremo a concentrarci sulla Brexitdopo una sessione di pausa.
Pesanti perdite e massiccia rotazione a Wall Street. Il mondo Tech è stato chiaramente l’epicentro del tono negativo: S&P 500 -1.7%, Nasdaq -3.0%. La migliore performance di titoli difensiviè stata evidente. Hanno perso più del 5% Nvidia (-12%), Adobe (-8.0%), AMD (-7.5)%, Intuit (-5.8%), Facebook (NASDAQ:FB) (-5.7%), Netflix (NASDAQ:NFLX) (-5.4%), Amazon (NASDAQ:AMZN) (-5.1%), Twitter (-5.0%). Viceversanon sono pochi i nomi ‘pesanti’ad aver messo a segno un ritorno positivo pur in una sessione così difficile: Pfizer (+1.6%), Travelers (+1.3%), Johnson & Johnson (NYSE:JNJ) (+1.2%), J.P. Morgan (+0.8%), Wells Fargo (+0.7%), Coca-Cola (NYSE:KO) (+0.7%), Morgan Stanley (NYSE:MS) (+0.7%), Merck (+0.4%).
Alla chiusura di ieri sera risultano quasi azzerati i ritorni positividel 2018e il vantaggio a tratti significativo che il Nasdaq ha avuto sull’S&P 500durante l’anno. In realtà con un calcolo ‘total return’(conreinvestimento costante dei dividendi)il risultato ha ancora qualche margine: poco più di +2% per l’S&P 500, poco meno di 3% per il Nasdaq Composite.
Il timoredi un pronunciato rallentamentoglobaleè ora decisamenteil fattore di preoccupazione principale per gliinvestitori. E, come temevo, rende la dovishness della Fed (quando generataappunto da timori sulla sostenibilità degli attuali ritmi di espansione economica) molto meno efficace nel supportare il mercatorispetto al passato. Ieri è bastato un dato di second’ordinepur nettamente inferiorealle attese (l’indice NAHBsui prezzi delle case), a innescare nuove vendite azionarie. Il calodella rilevazione (a 60 da 68del mese scorso) è stato uno dei tre più grandi dal 1990. Anche se il settore immobiliare risulta essere assai meno cruciale per l’economia statunitense rispetto a 10 anni fa,le sue difficoltà, ormai visibili in tutta la gamma degli indicatori di attivitàdi settore, sonocomunque una fastidiosa testimonianza di come le aree economiche più vulnerabili (un altro è quello dell’automotive) alla salita dei tassie alla diminuzione della liquidità disponibile stiano soffrendo.
L’universo del credito corporate continua ad apparire meno resiliente rispetto ai mesi passati. E non è solo il mondo High-Yield, generalmente più correlato all’andamento degli indici azionari e più monitorato nelle fasi di aversione al rischio, a vedere gli spreadallargarsioltre i precedenti massimi dell’anno...
Italia. La price-action del BTP ieri èstata pesante, soprattutto nella parte finale della sessione. Lo spread (10Y vs Bund) si è allargato di circa 10bpa 322bp, in isolamento rispetto al resto della periferia europea,tornando in prossimità dei massimidell’anno. Lo stesso si può direper il livello assolutodi rendimento a10Y (3.60%). Non ci sono state notizie particolari riguardantila dinamica Roma-Bruxelles (è attesa la risposta europea per domani) a innescare le vendite. Il fattore principale è statola presa di coscienza che la domanda di BTP Italia (4Y) in quotazionesul MOT questa settimana (3 sessioni per il retail e una, finale, per gli istituzionali) non appare per nulla soddisfacente: un misero 0.5 bioieri che si raffronta con il 2.3 bio della prima seduta di quotazione nell’ultima emissione del maggio scorso.Una domanda asfittica di carta italiana non promette nulla di buono per il 2019 quando l’aumento del deficit unitamente dalla scomparsa degli acquisti dell’ECB aumenteranno significativamente la necessità di un acquisti netti importanti da partedagli investitori. D’altro canto, come ripetiamo da tempo,la salita dei rendimenti sulla parte a breve della curva (2Y) rappresenta a nostro avviso un’opportunità e non una minaccia
Mercatiasiatici. Un mare di rosso anche sulle piazze del Pacificomeno capaci rispetto ad altri casi di cedimento a Wall Street di arginare i danni/invertire la tendenza. Non ha aiutato l’esplosione dello scandalo Nissan con il celebre e storico CEO Charles Ghosnarrestatoper non aver riportato correttamente al regulator della borsa di Tokio il suo pacchetto complessivo di compensazione (per molti anni): https://edition.cnn.com/2018/11/19/business/nissan-ceo-chairman/index.html. Nikkei -1.2%, Hang Seng -2.0%, Shanghai Comp -1.7%.Buona giornata.
Il desk rimane come sempre a disposizione per ulteriori approfondimenti.
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