Venerdì c’è stata una forte richiesta di asset ritenuti rifugi sicuri, invece le azioni e gli asset più rischiosi hanno fatto fatica a trovare acquirenti in vista del tanto atteso rapporto NFP in uscita oggi.
I dati cinesi hanno sorpreso in lieve rialzo, lasciando intendere che gli stimoli della PBoC iniziano finalmente a mostrare qualche risultato. Il PMI manifatturiero ufficiale ha superato la soglia dei 50 punti che separa la crescita dalla contrazione, attestandosi a 50,2 punti a marzo, a fronte dei 49 di febbraio (superando anche la previsione media, pari a 49,4 punti). Analogamente, il PMI non manifatturiero è salito a 53,8 punti dai 52,7 del rilevamento precedente.
Tuttavia, queste buone notizie devono essere lette con cautela, visto il forte effetto stagionale dovuto alla festività del Nuovo Anno cinese a inizio febbraio. Infine, il PMI manifatturiero privato di Caixin si è attestato a 49,7 punti, superando i 48,3 punti previsti e i 48 punti del rilevamento precedente. La banca centrale della Repubblica Popolare cinese ha abbassato, per il quarto giorno consecutivo, la quotazione dollaro/yuan a 6,4585, livello minimo da metà dicembre dell’anno scorso.
Lo yen giapponese ha continuato a essere richiesto a Tokyo, perché gli investitori sono scappati dagli asset più rischiosi. La coppia USD/JPY ha ceduto lo 0,30%, scendendo a 112,20, dopo aver testato la soglia a 112. L’inversione di rischio delta 25 a una settimana per l’USD/JPY continua a migliorare e ha raggiunto quota -0,70, ciò indica che i partecipanti al mercato cercano meno protezione al ribasso. Ciò dimostra inoltre che il mercato non prevede un ulteriore apprezzamento dello yen. Al rialzo, la resistenza più vicina giace a 113,80 (massimo 29 marzo), mentre al ribasso si osserva un supporto intorno a 112 (livello psicologico e minimo precedente).
L’USD/CHF ha ribaltato quasi completamente i guadagni di ieri, consolidandosi intorno a 0,96. Dal punto di vista tecnico, il giudizio è ribassista, perché la coppia ha infranto sia la media mobile a 40 settimane, sia la linea inferiore del canale rialzista, che perdurava dall’agosto dello scorso anno. Per quanto riguarda i fondamentali, il rinvio del prossimo rialzo dalla Federal Reserve e l’elevato livello di incertezza sui mercati finanziari globali dovrebbero continuare a pesare sul biglietto verde. L’EUR/USD ha annaspato durante l’intera seduta asiatica, muovendosi fra 1,1367 e 1,1390.
Sul fronte azionario, i mercati regionali asiatici si sono mossi tutti in territorio negativo. I titoli giapponesi hanno subito il colpo più forte, il Nikkei e il Topix hanno ceduto rispettivamente il 3,55% e il 3,40%. A Hong Kong, l’Hang Seng è scivolato dell’1,02%, mentre l’STI di Singapore è sceso dello 0,71%. Nella Cina continentale, i rendimenti azionari sono stati contrastati, il Composite di Shanghai ha fatto avanti e indietro fra territorio positivo e negativo, mentre il crollo dei titoli tecnologici ha fatto scendere l’indice composito di Shenzhen dello 0,55%. In Europa, i future sui titoli azionari non fanno eccezione, tutti gli indici sono negativi, lasciando presagire un’apertura in ribasso. Anche i future sui listini USA sono in ribasso.
Oggi gli operatori monitoreranno il PMI manifatturiero in Norvegia; il PMI manifatturiero di Markit in Turchia, Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Brasile, Eurozona e Stati Uniti; le vendite al dettaglio e il PMI manifatturiero in Svizzera; la produzione industriale in Brasile; il rapporto NFP, il tasso di disoccupazione, l’ISM manifatturiero e l’indice sul sentiment del Michigan negli USA.