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Banche ancora deboli dopo Draghi. Unicredit nel mirino della UE

Pubblicato 11.04.2019, 09:51
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Di Mauro Speranza

Investing.com - Post meeting della Banca centrale europea ancora difficile per i titoli bancari di Piazza Affari, con il FTSE Italia All Share Banks che trascina il Ftse Mib, dopo la chiusura negativa di ieri.

Torna a salire lo spread, avvicinandosi a quota 260 punti, mentre si rafforza l’euro che tocca quota 1,1284 verso il dollaro.

Ieri la Banca centrale europea aveva lasciato invariati i tassi di interesse, ma i mercati erano rimasti delusi dalla mancanza di dettagli sulla terza tranche del programma TLTRO, con le banche particolarmente interessate.

Tra i titoli finanziari di Milano cede oltre il 2% Banco Bpm (MI:BAMI). Moody’s ha assegnato rating Caa1 (hyb) al bond At1 in rampa di lancio da parte dell’istituto.

Arranca Unicredit (MI:CRDI) dopo la notizia dell’indagine da parte della Commissione europea per “presunte violazioni della normativa antitrust in relazione a titoli di stato europei”.

Secondo quanto comunicato dall’istituto, “l'investigazione si riferisce ad alcuni periodi compresi tra il 2007 e il 2012, e comprende presunte attività da parte di una delle controllate di Unicredit, per una frazione di questo periodo”.

Il rischio per la banca di piazza Gae Aulenti è rappresentato da una sanzione per un ammontare massimo del 10% del suo fatturato annuo mondiale, anche se il board scrive che “sulla base delle informazioni attualmente a disposizione non risulta possibile quantificare in maniera attendibile l'importo di una eventuale sanzione”.

In flessione superiore all’1% troviamo anche Bper (MI:EMII) banca, Banca IFIS (MI:IF) e Ubi Banca (MI:UBI), mentre in positivo troviamo banca Banca Piccolo Credito Valtellinese (MI:PCVI), FinecoBank (MI:FBK) e Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI).

Debole anche Mediobanca (MI:MDBI) dopo l’acquisto del 66% in Messier Maris & Associés (MMA). L’operazione permetterà all’istituto italiano di incrementare di circa il 30% l’ammontare delle commissioni derivanti da prodotti di Investment banking a basso assorbimento di capitale, oltre che aumentare dell’8% le commissioni di Gruppo.

"Il controvalore è pagato con azioni Mediobanca, a valere su parte del piano di buyback attualmente in corso (che può continuare fino a un massimo del 3% del capitale di Mediobanca) è accrescitiva dell’Eps del 2%", spiega la banca di piazzetta Cuccia.

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