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Banche puntano sulla Fed dopo immissione di liquidità della notte scorsa

Pubblicato 18.09.2019, 11:51
© Reuters.
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Di Mauro Speranza

Investing.com – Si tingono di verde i titoli bancari in Italia e in Europa nel giorno dell’atteso meeting della Federal Reserve che potrebbe tagliare i tassi di interesse.

A Milano l’indice dei finanziari FTSE Italia All Share Banks guadagna intorno all’1%, sovraperformando il Ftse Mib e facendo meglio del suo omologo europeo STOXX Banks EUR Price.

Tra i titoli migliori si segnalano Bper Banca (MI:EMII) e Banca IFIS (MI:IF) con un +2%, seguiti dal +1% di illimty Bank, Ubi Banca (MI:UBI), Mediobanca (MI:MDBI), Banco Bpm (MI:BAMI), Mediolanum (MI:BMED) e Banca Generali (MI:GASI). Bene anche Monte dei Paschi di Siena (MI:BMPS), Unicredit (MI:CRDI) e Intesa Sanpaolo (MI:ISP).

Nella notte la Federal Rerserve era intervenuta per “aiutare a mantenere i tassi di riferimento sui federal fund entro la fascia target” stabilita tra il 2% e il 2,25%, attraverso l’iniezione nel sistema di 75 miliardi di dollari.

L’operazione aveva tranquillizzato i mercati, timorosi che non fosse capace di controllare i tassi interbancari.

Si è trattato di un’operazione sui repo overnight, i quali sono utilizzati dalla banche per generare nuovi profitti. Questi fondi usano in particolare le riserve monetarie in eccesso che depositano presso il Federal Reserve.

Il problema potrebbe essere stato causato dalle società che hanno tolto liquidità al mercato per pagare le tasse dovute a settembre, ma è possibile che la stessa Fed potrebbe aver ridotto eccessivamente il suo portafoglio e le riserve delle banche depositate presso di essa.

Oggi la parola spetterà alla Federal Reserve che alle 20 italiane comunicherà la sua decisione sui tassi di interesse e il suo presidente, Jerome Powell, terrà la consueta conferenza stampa dopo mezz’ora.

In attesa del prossimo tweet di Trump che potrebbe fino all’ultimo minuto mettere pressione sulla Fed, le previsioni degli analisti parlano di un taglio di 0,25 punti, anche se c’è divisione all’interno del braccio ‘armato’ dell’isituto centrale, il FOMC.

“La decisione di tagliare i tassi comunque difficilmente verrà presa all'unanimità, con George e Rosengren che probabilmente dissentiranno da questa linea ancora una volta", spiega François Rimeu, senior strategist di La Française Asset Management. "Varrà la pena tenere d'occhio il "median dot" del 2019, che probabilmente si attesterà all'1,875%, il che significa che per quest'anno non dovrebbero esserci ulteriori tagli".

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