ROMA (Reuters) - I mercati asiatici hanno riguadagnato oggi una parvenza di stabilità dopo giorni di forti perdite ma la fiducia resta fragile, mentre l'inflazione cinese rallenta e il pessimismo nella zona euro si aggiunge ai dati incerti sulla crescita dell'economia globale.
Intorno alle 8,30 l'indice MSCI (MIAPJ0000PUS) della regione, che non comprende Tokyo, guadagna lo 0,34% a 466,13 punti.
Il giapponese Nikkei (N225) ha chiuso in rialzo dello 0,92%, dopo una serie negativa di cinque sedute consecutive.
I timori sulla vacillante crescita mondiale hanno provocato una corsa alla svendita nelle principali borse nel corso dell'ultima settimana, dopo una serie di dati negativi.
Gli ultimi dati dalla Cina indicano che il tasso di inflazione ha rallentato più del previsto a settembre, vicino ai minimi da cinque anni, alimentando nuovi timori sulla crescita della seconda economia mondiale, nonostante le misure di stimolo varate dal governo di Pechino.
Nel frattempo, la banca centrale della Corea del Sud ha tagliato i tassi d'interesse per la seconda volta in tre mesi.
A parte Tokyo, la piazza migliore della regione è quella di SYDNEY (AXJO), che ha chiuso in rialzo per la seconda giornata consecutiva, grazie ai buoni dati sulla fiducia dei consumatori che hanno sostenuto i titoli bancari e minerari, anche se la debolezza delle azioni energetiche ha controbilanciato il dato positivo.
SHANGHAI (SSEC) ha segnato un rialzo, dopo l'apertura in calo. Secondo Wang Weijun, analista di Zheshang Securities, "il mercato sarà abbastanza volatile a breve termine". Anche HONG KONG (HSI) è positiva, in particolare grazie alla performance del fornitore di servizi Internet Tencent Holdings, che ha deciso di investire nel portale cinese Guahao.com, dedicato alla salute. Prada <1910.HK> guadagna lo 0,21%.
La piazza peggiore oggi in Asia è quella di TAIWAN (TWII), colpita dalle forti vendite di titoli da parte degli investitori stranieri. Ha pesato in negativo anche l'andamento negativo del titolo del fornitore Apple Hon Hai Precision Industry, che ha penalizzato tutto il settore dell'elettronica.
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