Investing.com – Listini asiatici sottotono questo venerdì, tra la debolezza dei dati economici cinesi e i crescenti timori di un rialzo dei tassi d’interesse negli Stati Uniti, anche se i titoli cinesi hanno beneficiato di alcuni acquisti speculativi e delle aspettative di stimolo.
La chiusura positiva di Wall Street ha fornito un piccolo sostegno ai titoli regionali, in quanto i dati hanno mostrato che l’economia statunitense è cresciuta più di quanto inizialmente previsto nel primo trimestre.
Ma questa ripresa ha anche alimentato il timore che la Federal Reserve abbia un margine maggiore per continuare ad alzare i tassi di interesse, il che a sua volta ha tenuto il sentiment in tensione.
L’attenzione si concentra ora sui prossimi dati relativi all’indice dei prezzi delle spese per consumi personali, l’indicatore d’inflazione preferito dalla Fed, per ottenere ulteriori indicazioni sul percorso dei tassi di interesse. La lettura è prevista in giornata.
I titoli cinesi si riprendono anche se l’attività economica rallenta
Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite sono saliti di circa lo 0,5% ciascuno. Entrambi gli indici hanno toccato i minimi plurimensili all’inizio di giugno.
I rialzi degli indici della Cina continentale si sono riversati sull’indice Hang Seng di Hong Kong, che ha guadagnato lo 0,2%.
I dati di venerdì hanno mostrato che il settore manifatturiero cinese ha rallentato per il terzo mese consecutivo a giugno, mentre la crescita dell’attività non manifatturiera è diminuita più del previsto.
I dati hanno fatto presagire un’ulteriore sofferenza economica per il Paese, mentre Pechino sta lottando per sostenere il rallentamento della ripresa economica post-COVID.
Ma i dati deboli hanno anche fatto emergere la possibilità di ulteriori misure di stimolo da parte del governo, che potrebbero aumentare la liquidità locale e sostenere i mercati azionari cinesi.
Le preoccupazioni per la Cina hanno pesato su altri mercati esposti al Paese. L’indice Taiwan Weighted ha perso lo 0,7%, mentre l’australiano ASX 200 è rimasto invariato, con gli investitori che si sono posizionati in vista di un potenziale aumento dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank la prossima settimana.
I titoli giapponesi crollano a causa di un’inflazione persistente
L’indice giapponese Nikkei 225 è sceso dello 0,6%, mentre l’indice TOPIX è sceso dello 0,8%, in quanto i dati di venerdì hanno mostrato che l’inflazione a Tokyo è aumentata leggermente meno del previsto a giugno, ma è rimasta ben al di sopra dell’intervallo di riferimento della Banca del Giappone.
La lettura indica che la Banca del Giappone continuerà a esercitare pressioni per un eventuale inasprimento delle politiche quest’anno, che a sua volta potrebbe smorzare l’attrattiva dei titoli giapponesi a basso tasso di interesse.
I trader hanno anche bloccato i profitti sui mercati giapponesi, dopo che sia il TOPIX che il Nikkei sono saliti ai massimi di 33 anni a giugno.
In range stretto l’indice sudcoreano KOSPI che ha guadagnato lo 0,2%.