Investing.com - La maggior parte dei titoli asiatici è scesa martedì, con alcune prese di profitto dopo il forte rialzo di novembre sulle aspettative di una Federal Reserve meno falco, mentre una serie di deboli letture economiche provenienti da tutta la regione ha intaccato il sentimento.
L’indice giapponese Nikkei 225 è sceso dell’1,4%, guidando le perdite in tutta l’Asia, mentre la recente forza dello yen ha intaccato i titoli legati alle esportazioni. I dati sull’indice dei responsabili degli acquisti hanno mostrato che il settore dei servizi giapponese è cresciuto meno del previsto a novembre, indicando che la domanda locale potrebbe raffreddarsi in un contesto di rallentamento della crescita economica.
L’Inflazione nella capitale del Giappone è scesa più del previsto a novembre e si è avvicinata all’obiettivo annuale del 2% della Banca del Giappone, indicando ulteriormente i segni di un rallentamento della spesa dei consumatori. Tuttavia, il raffreddamento dell’inflazione riduce la spinta della BOJ ad avviare una politica di inasprimento nel 2024, uno scenario positivo per i titoli giapponesi.
L’indice australiano ASX 200 è sceso dello 0,9% dopo che i dati hanno mostrato che il Paese ha registrato un inaspettato deficit delle partite correnti nel trimestre di settembre. Il deficit è stato causato principalmente dal calo delle esportazioni, poiché la domanda in Cina - il principale partner commerciale dell’Australia - è rimasta debole.
L’attenzione si è concentrata anche sul vertice della Reserve Bank of Australia nel corso della giornata, dove si prevede che la banca centrale manterrà i tassi di interesse fermi al 4,35%. Ma la banca potrebbe ribadire il suo allarme sul surriscaldamento dell’inflazione nel Paese, dopo una serie di avvertimenti da parte del governatore Michele Bullock.
I mercati asiatici più ampi sono scesi sulla scia di Wall Street, dove si sta raffreddando il recente rally. Sebbene i mercati continuino a ritenere che la Fed abbia finito di aumentare i tassi di interesse, gli investitori si sono soffermati sull’incertezza relativa ai piani di taglio dei tassi della banca nel 2024.
Persiste la cautela anche in vista dei dati chiave sull’occupazione non agricola previsti per venerdì, che dovrebbero fare luce sul mercato del lavoro. Tuttavia, i mercati asiatici più ampi hanno registrato forti guadagni nel mese di novembre, in quanto i deboli dati sull’inflazione e sul lavoro degli Stati Uniti hanno alimentato le scommesse su una Fed meno falco nel 2024.
Il mercato sudcoreano KOSPI è sceso dello 0,4% in quanto i dati hanno mostrato che l’indice dei prezzi al consumo è sceso meno del previsto a novembre, mentre la crescita economica è rimasta in sordina nel terzo trimestre.
I future sull’indice indiano Nifty 50 indicano un’apertura debole, con i titoli locali destinati a prendere profitto dopo la chiusura ai massimi storici di lunedì. Il rally di lunedì è stato guidato soprattutto dall’ottimismo per le vittorie del partito indiano al governo BJP in tre cruciali elezioni statali, che lo hanno predisposto per una forte affermazione alle elezioni generali del 2024.
Titoli cinesi in calo nonostante dati PMI positivi
Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite sono scesi dello 0,6% ciascuno, mentre l’Hang Seng di Hong Kong ha ceduto l’1,1%, sotto la pressione soprattutto dei titoli della Cina continentale.
I mercati hanno in gran parte ignorato l’indagine sull’indice dei responsabili degli acquisti privati che mostra una crescita del settore dei servizi cinese superiore alle attese, dato che la lettura mostra ancora una crescita ben al di sotto dei livelli pre-COVID.
Il sentimento nei confronti della Cina è stato inoltre scosso dalle crescenti preoccupazioni per una nuova epidemia nel Paese, a seguito di un’impennata di malattie respiratorie nelle principali città. La Commissione nazionale per la salute, che è stata al centro del giro di vite COVID-19 durato tre anni, avrebbe suggerito di limitare i raduni pubblici alla luce della recente epidemia.