Investing.com – Borse asiatiche in calo questo venerdì, a causa della battuta d’arresto del rimbalzo delle azioni cinesi, mentre il Nikkei 225 del Giappone si è allontanato ulteriormente dai massimi di 34 anni, a causa delle crescenti scommesse su un cambio di rotta della Banca del Giappone, che hanno stimolato ulteriori prese di profitto.
La cautela in vista dei dati sull’inflazione USA, attesi in giornata, e l’imminente Riunione della Federal Reserve, la prossima settimana, hanno tenuto gli investitori con il fiato sospeso rispetto agli asset orientati al rischio.
Il rimbalzo dell’azionario cinese si raffredda, PMI in vista
Il rimbalzo dei mercati cinesi sembra essersi esaurito, con gli indici Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite in leggero calo venerdì. I due indici sono rimbalzati bruscamente dai minimi di cinque e quattro anni questa settimana dopo che la People’s Bank of China ha inaspettatamente tagliato il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche locali, liberando circa 2.000 miliardi di yuan (140 miliardi di dollari) di liquidità.
I due indici di riferimento cinesi si avviano a guadagnare più del 2% ciascuno questa settimana - la loro migliore performance settimanale dal luglio 2023.
L’indice Hang Seng di Hong Kong è sceso dello 0,3%, con Tencent Holdings Ltd (HK:0700) tra i titoli più pesanti dell’indice dopo che Citibank ha tagliato l’obiettivo di prezzo del gigante di internet, avvertendo che il rallentamento dell’industria cinese dei videogiochi potrebbe pesare sulle entrate.
L’Hang Seng è destinato ad aumentare di oltre il 5% questa settimana, grazie al rimbalzo dai minimi di 15 mesi.
Tuttavia, gli analisti hanno messo in dubbio l’entità del sostegno economico che ulteriori stimoli monetari potrebbero fornire all’economia cinese, dato che la spesa dei consumatori e delle imprese nel Paese è rimasta debole. Anche l’attività delle imprese non ha registrato una ripresa sostanziale nell’ultimo anno.
I dati PMI di gennaio, attesi per la prossima settimana, dovrebbero fornire ulteriori indicazioni sull’attività economica all’inizio del nuovo anno.
I titoli giapponesi affondano per le prese di profitto, l’inflazione si raffredda ulteriormente
L’indice giapponese Nikkei 225 è stato il peggior performer della giornata, con un calo dello 0,9%, mentre l’indice TOPIX ha ceduto lo 0,8%.
I due indici si avviano a chiudere la settimana in leggero ribasso, a causa delle pesanti prese di profitto dopo aver raggiunto i massimi di 34 anni all’inizio della settimana.
La debolezza delle azioni giapponesi è stata causata dai segnali lanciati della BOJ, in particolare del governatore Kazuo Ueda. Ueda ha dichiarato che, sebbene la banca manterrà la sua politica ultra cauta nel breve termine, la fine dei tassi d’interesse ultra-bassi è in vista, soprattutto perché l’inflazione si è avvicinata all’obiettivo annuale del 2% della banca.
I dati sull’inflazione di Tokyo, più deboli del previsto, hanno rafforzato questa idea venerdì, con l’inflazione di base che è scesa ben al di sotto del 2% per la prima volta in oltre 20 mesi.
Sebbene la tempistica del potenziale cambio di rotta della BOJ rimanga incerta, un eventuale aumento dei tassi d’interesse giapponesi prefigura la fine di quasi un decennio di condizioni monetarie ultra-allentate di cui hanno beneficiato i titoli locali. Una BOJ cauta è stata un fattore chiave per il rally stellare delle azioni giapponesi fino al 2023.
I mercati asiatici sono stati misti. I titoli del Sud-Est asiatico hanno registrato forti perdite, con i mercati indonesiani che hanno guidato le perdite con un calo dell’1%.
Il KOSPI della Corea del Sud ha fatto eccezione, con un aumento di oltre l’1%, grazie al rimbalzo dai minimi di due mesi toccati all’inizio di gennaio.
In India e in Australia i mercati sono chiusi per festività.
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