MILANO (Reuters) - La procura di Milano ha chiuso l'inchiesta su una presunta evasione fiscale da circa un miliardo di euro da parte di Gucci in cui sono indagati per omessa dichiarazione dei redditi l'AD Marco Bizzarri e l'ex AD Patrizio Di Marco.
Lo hanno riferito fonti a diretta conoscenza del dossier, specificando che l'atto è stato notificato alle parti nei giorni scorsi.
La chiusura indagini, o 415 bis, è l'atto che prelude, a meno che nei 20 giorni successivi al deposito in cancelleria non emergano fatti nuovi, alla presentazione delle richieste di rinvio a giudizio da parte della procura. Fra le ipotesi di conclusione di un procedimento di questa tipo, dopo un eventuale accordo di pagamento all'Agenzia delle Entrate ci sono anche eventuali patteggiamenti o archiviazioni.
La procura -- al termine delle indagini condotte dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf e coordinate dal pm Stefano Civardi -- sostiene che i ricavi della società della galassia Kering (PA:PRTP) Luxury Goods International (Lgi) che commercializza i prodotti della Guccio Gucci, e che ha sede a Cadempino nel Canton Ticino, dove ha una serie di magazzini, andassero tassati in Italia e non in Svizzera.
L'accusa contesta l'articolo 5 del decreto legislativo 74/2000 (l'omessa dichiarazione dei redditi) su sette bilanci della società, dal 2010 al 2016, sostenendo la tesi della stabile organizzazione occulta in Italia (dove ha sede il management, si svolgono le riunioni operative e le attività direttive).
Non è stato possibile al momento ottenere un commento dai legali dei due indagati. La società capogruppo Kering, in una dichiarazione per email si dice "fiduciosa sulla corretteza del suo operato" e aggiunge di star "collaborando attivamente con le autorità competenti".
La cifra complessiva che la procura ritiene sia stata sottratta al fisco italiano supera di poco il miliardo di euro, a cui va sottratta la quota parte delle tasse versate in Svizzera, limitatamente alla sola società Gucci (Lgi commercializza e quindi paga le tasse elvetiche anche per altri marchi del gruppo Kering), che secondo gli investigatori si aggira poco sopra il 10%.
Gucci, che dall'epoca dell'emergere dell'inchiesta milanese con le perquisizioni del dicembre 2017 ha sempre dichiarato la piena collaborazione con le autorità e si è sempre detta fiduciosa nella "correttezza e trasparenza delle sue operazioni", contesta, spiega la fonte, la stabile organizzazione occulta in Italia e considera il rapporto fra Lgi e la società italiana una questione di "transfer pricing".
(Emilio Parodi)