Inflazione mite e banche ricche Wall Street festeggia

Pubblicato 16.01.2025, 08:15
© Reuters.  Inflazione mite e banche ricche Wall Street festeggia
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OraFinanza - Le principali banche degli Stati Uniti hanno chiuso più che bene gli ultimi tre mesi del 2024 e l’inflazione di base è cresciuta un po’ meno delle aspettative in dicembre. A questi due elementi economico finanziari positivi, si è aggiunta la notizia dell’accordo di cessate il fuoco nella striscia di Gaza.I tassi di rendimento delle obbligazioni governative sono scesi e e l’azionario è salito. Nasdaq +2,5%, S&P 500 +1,8%.

I mercati finanziari hanno festeggiato quel che per i consumatori non ha l’aria di essere una buona situazione. I prezzi dell'energia sono aumentati a dicembre e i livelli di inflazione alimentare sono rimasti più elevati rispetto all'estate. Il rialzo del 2,9% su base annua a dicembre dei prezzi al consumo è più elevato rispetto al tasso del 2,7% registrato a novembre ed è superiore alle previsioni degli economisti, che prevedevano un aumento del 2,8%, secondo un sondaggio di FactSet. Su base mensile, l'inflazione generale ha registrato lo 0,4% il mese scorso, un'accelerazione rispetto allo 0,3% di novembre e superiore alle aspettative degli economisti.

L'inflazione generale ha ora accelerato mese dopo mese sia a novembre che a dicembre, dopo quattro mesi consecutivi di aumenti del 0,2%. Ma escludendo i componenti volatili di energia e cibo, si è visto un quadro di inflazione più mite, che ha fatto sentire gli economisti e gli operatori del mercato più ottimisti sulla traiettoria della stabilità dei prezzi per l'anno a venire. La crescita dei prezzi di alloggi e servizi si è rivelata più contenuta il mese scorso, componenti che in precedenza erano state un punto critico.

Il Treasury a dieci anni si è rafforzato, il tasso di rendimento è sceso a 4,65%, da 4,77% di ieri.

I future sui federal funds prevedono ora un primo potenziale taglio a giugno di quest’anno. I trader prevedono con una maggioranza schiacciante che la Federal Reserve manterrà i tassi invariati al 4,25%-4,5% nelle prossime due riunioni, a gennaio e marzo, mentre sono più possibilisti su un taglio a maggio. Ora, un taglio a (entro) giugno è dato al 67,7%, secondo il FedWatch Tool del Cme Group.

“Dopo gli ultimi dati più brillanti, il dato del CPI core, più debole del previsto, dovrebbe contribuire a raffreddare i timori di una ri accelerazione dell'inflazione. Sebbene il dato di oggi sia probabilmente insufficiente per rimettere in gioco un taglio dei tassi a gennaio, rafforza l'ipotesi secondo cui il ciclo di allentamento della Fed non ha ancora fatto il suo corso.

Tuttavia, poiché i dati del mercato del lavoro restano solidi, la Fed ha la possibilità di essere paziente e saranno necessari ulteriori dati positivi sull'inflazione affinché la banca centrale possa procedere a un ulteriore allentamento”, commentava ieri Tina Adatia, head of fixed income client portfolio management di Goldman Sachs (NYSE:GS) Asset Management.

Tre membri del board della Federal Reserve hanno accolto con favore i nuovi dati sui prezzi al consumo. "Il processo di disinflazione rimane in corso. Ma non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo del 2% e ci vorrà ancora del tempo prima di poterlo raggiungere in modo duraturo", ha dichiarato mercoledì ad Hartford, nel Connecticut, il presidente della Fed di New York John Williams. In un evento separato ad Annapolis, nel Maryland, il Presidente della Fed di Richmond, Tom Barkin, ha dichiarato ai giornalisti che i nuovi dati sui prezzi "proseguono la storia che abbiamo seguito, ovvero che l'inflazione sta scendendo verso l'obiettivo", ma, come Williams, ha ammonito che i responsabili politici devono finire il lavoro.

"Penso ancora che dobbiamo essere restrittivi per sigillare l'ultimo miglio, se così si può dire, per tornare al 2%", ha detto. Anche Austan Goolsbee, presidente della Fed di Chicago, ha sottolineato i dati a sostegno delle sue prospettive di allentamento delle pressioni sui prezzi: "La tendenza continua a essere il miglioramento dell'inflazione", ha detto. "Nessuno dei funzionari della Fed ha indicato quando potrebbe sostenere un altro taglio dei tassi.

Mantenere il dollaro come riserva mondiale è fondamentale per la salute economica degli Stati Uniti e per il futuro della nazione, ha dichiarato ieri Scott Bessent, candidato al ruolo di segretario al Tesoro di Donald Trump, a una commissione del Senato. "Dobbiamo rendere sicure le catene di approvvigionamento che sono vulnerabili ai concorrenti strategici e dobbiamo impiegare con attenzione le sanzioni come parte di un approccio globale del governo per affrontare i nostri requisiti di sicurezza nazionale", ha dichiarato Bessent ai senatori della commissione Finanze giovedì, secondo quanto riferito da un portavoce, che ha condiviso la sua testimonianza preparata. "Le osservazioni sono i primi commenti pubblici di Bessent da quando Trump lo ha nominato a novembre alla guida del Dipartimento del Tesoro, dove svolgerà un ruolo chiave nell'attuazione dell'ampio programma di politica economica del presidente eletto. L’ex gestore di hedge fund è stato un sostenitore del riallineamento della politica valutaria degli Stati Uniti, anche se non ha sostenuto una strategia di deprezzamento del dollaro. Durante il primo mandato di Trump, l'allora presidente ha definito l'apprezzamento del dollaro dannoso per i produttori statunitensi e ha persino preso in considerazione un intervento del governo per gestire il valore del biglietto verde. "Trump è stato il primo presidente in tempi moderni a riconoscere la necessità di cambiare la nostra politica commerciale e a difendere i lavoratori americani", si legge in alcuni estratti della testimonianza preparata da Bessent.

Le borse europee dovrebbero aprire in lieve ribasso. Ieri Piazza Affari ha raggiunto i massimi dal 2008.

Il future del Bund ha guadagnato lo 0,76%, primo rialzo dopo nove sedute di ribasso. Il tasso di rendimento del Gilt a dieci anni è sceso di sedici punti base.

A giugno il tassi in Europa saranno al 2%, cento punti base in meno del valore attuale, lo prevede la maggioranza dei 77 economisti che hanno preso parte a un sondaggio condotto dalla Reuters. Secondo i risultati dell'indagine, la Banca centrale continuerà ad agire con decisione per proteggere l'economia dell'area euro la cui debolezza è stata confermata oggi dalla flessione dello 0,2% registrata per il 2024 (dopo il -0,3% del 2023) dal principale paese dell'Unione, la Germania. Il Vecchio Continente rischia anche di dover fronteggiare la minaccia di tensioni commerciali scatenate dalla politica di dazi punitivi di Trump. Al tempo stesso la Bce deve trovare un giusto punto di equilibrio fra una politica monetaria che eviti di indurre una recessione e al tempo stesso che impedisca una ripresa dell'inflazione. Tutti i 77 economisti intervistati tra il 10 e il 15 gennaio hanno previsto un ulteriore taglio di 25 punti base il 30 gennaio, al 2,75%. Una maggioranza del 60%, ovvero 46 economisti su 77, prevede altri tre tagli entro metà anno: uno a marzo e due nel secondo trimestre. Secondo le mediane del sondaggio, il tasso rimarrà al 2,00% almeno fino alla metà del 2026.

L'operazione ritorno a casa si chiama Derech Eretz, 'il cammino della terra' in ebraico. L'intesa è in tre fasi, le prime due da 42 giorni ciascuna, con il cessate il fuoco e il rilascio dei primi ostaggi già dal primo giorno. La tregua inizia domenica. L'accordo tra Hamas e Israele siglato ieri sera a Doha dovrebbe prevedere anche un graduale ritiro dell'Idf dalla Striscia. Hamas dovrebbe rilasciare subito i primi tre rapiti, "entro domenica prossima": nella prima fase dell'intesa sono 33 gli ostaggi (bambini, donne, anziani e malati) che dovrebbero essere liberati gradualmente. Dopo i primi tre nel primo giorno della tregua, 4 dovrebbero poter tornare a casa una settimana dopo, altri tre in quella successiva e altrettanti al 21mo giorno. Nell'ultima settimana della prima fase è prevista poi la liberazione di 14 rapiti. Tra i 33 ostaggi dovrebbero esserci anche 5 soldatesse israeliane in cambio di 250 prigionieri palestinesi, in rapporto di una a 50.

Israele avrebbe accettato di rilasciare almeno mille prigionieri palestinesi (potrebbe arrivare fino a 1.650 secondo alcune fonti e dipenderà dagli ostaggi liberati) durante la prima fase, tra cui circa 190 che hanno scontato condanne di 15 anni (un centinaio quelli all'ergastolo). Chi è accusato di aver ucciso israeliani non sarà rilasciato in Cisgiordania ma nella Striscia di Gaza o all'estero (si parla di Qatar e Turchia), in base ad accordi con i Paesi stranieri. Non sarà invece liberato Marwan Barghouti, il leader della prima Intifada condannato a vita. Il governo Netanyahu avrebbe anche respinto la richiesta di Hamas di riavere il corpo di Yahya Sinwar, il leader di Hamas ucciso ad ottobre scorso, mentre avrebbe accettato di rilasciare un numero maggiore di prigionieri palestinesi per gli ostaggi vivi rispetto ai corpi. Per quanto riguarda il delicato nodo della presenza di Israele nella Striscia, l'accordo prevedrebbe un graduale ritiro dai centri abitati durante la prima fase mentre ai civili palestinesi di Gaza sarà consentito di tornare nel nord con un ombrello di non meglio precisati "accordi di sicurezza” (possibile un passaggio adiacente alla Salah al-Din Road, monitorato da una macchina a raggi X). L'attuazione dell'accordo sarà garantita da Qatar, Egitto e Stati Uniti e prevede, secondo alcune fonti, un meccanismo di monitoraggio internazionale. Progressi sarebbero stati raggiunti anche per un regolare flusso di aiuti umanitari alla Striscia, stremata da 15 mesi di guerra, con un aumento dei convogli (si parla di 600 camion al giorno, di cui 300 diretti al Nord) delle organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite.

Le borse dell’Asia Pacifico sono positive. Nella scia del rialzo del Nasdaq, sale soprattutto l’indice TAIEX di Taiwan. Il Nikkei di Tokyo si avvia a chiudere in rialzo dello 0,5%. Hang Seng di Hong Kong +1,2%. Shanghai Composite +0,2%.

Unicredit (BIT:CRDI) e Banco BPM. Il governo non sta pensando ad un decreto per ampliare i poteri speciali di Golden power sulle operazione di M&A nel settore finanziario. Lo detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti smentendo le speculazioni relative all'adozione di un decreto che darebbe al governo un maggiore spazio di intervento nell'Ops di UniCredit su Banco Bpm (BIT:BAMI). La Commissione Europea ha approvato l'acquisizione del controllo esclusivo di UniCredit Cnp Vita da parte di UniCredit.

Generali (BIT:GASI). Il management punta a portare al Cda già convocato del 20 gennaio un’intesa preliminare con Natixis per l'integrazione delle attività di asset management, secondo due fonti vicine alla situazione.

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