Di Ambar Warrick
Investing.com - I titoli asiatici sono scesi lunedì, estendendo le perdite della scorsa settimana, a causa delle preoccupazioni per l’aumento dei tassi di interesse e per una potenziale recessione nel 2023, mentre l’incertezza sulla riapertura dell’economia cinese ha intaccato i mercati regionali.
L’indice Nikkei 225 è stato tra i peggiori della giornata, perdendo l’1,1% in seguito alle rinnovate speculazioni sul fatto che la Banca del Giappone (BoJ) potrebbe inasprire la sua politica monetaria ultra-allentata.
L’attenzione è rivolta anche al vertice della BoJ di martedì, dove si prevede che la banca centrale manterrà il suo tasso di riferimento. Ma i mercati osserveranno ogni potenziale cambiamento di tono della banca.
L’indice cinese delle blue-chip Shanghai Shenzhen CSI 300 è sceso dell’1,3%, mentre l’indice Shanghai Composite è sceso dell’1,6% a causa dell’aumento dei casi di COVID-19 nel Paese, che ha controbilanciato gli impegni presi dal governo per sostenere la crescita economica.
Un sondaggio ha anche mostrato che la fiducia delle imprese cinesi ha raggiunto il livello più basso in quasi un decennio, mentre la pandemia di COVID-19 ha messo in evidenza le crescenti crepe nell’economia del Paese.
L’indice Hang Seng di Hong Kong e l’indice Taiwan Weighted index, entrambi fortemente esposti ai mercati cinesi, sono scesi dello 0,6% ciascuno.
In generale i titoli asiatici sono scesi dopo che la settimana scorsa i segnali aggressivi delle principali banche centrali hanno alimentato il timore che l’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione elevata possano innescare una recessione nel 2023.
I toni aggressivi di Riserva Federale e Banca Centrale Europea hanno scosso i mercati, già provati dal forte aumento dei costi di finanziamento di quest’anno. Entrambe le banche centrali hanno segnalato che i tassi aumenteranno a un ritmo più lento, ma è probabile che raggiungano un picco più alto del previsto.
L’indice sudcoreano KOSPI è sceso leggermente meno dei suoi omologhi, perdendo circa lo 0,4%, dopo che il governo ha segnalato che il crollo economico del Paese si esaurirà probabilmente entro la metà del 2023. Questo, unito a un’eventuale ripresa della Cina, potrebbe portare l’economia dell’Asia orientale a un netto recupero entro il 2024.